Il tema è molto delicato e merita discussioni di pregio e d’alto livello scientifico. Ma non è così; anzi, se ne parla con una certa grossolanità come se il vaccino fosse una caramella da mangiare o da non mangiare.
Bisogna fare fede ai centri epidemiologici che hanno il polso della situazione delle malattie infettive, ma, nello stesso tempo, bisogna considerare che il vaccino rappresenta una inoculazione del virus della malattia dagli effetti imprevedibili. La taratura del vaccino viene fatta su determinate statistiche, ma non è personalizzata bambino per bambino, quindi il rischio che abbia degli effetti collaterali e sconosciuti esiste.
Per il problema vaccinare o non vaccinare i figli c’è da dire che, fintanto che l’Italia lascia la libera scelta se vaccinare o meno, ogni discussione è inutile. Se uno Stato ritiene che, epidemiologicamente parlando, la situazione diventa grave, con immediatezza dovrebbe emanare un decreto in cui, per motivi di emergenza, si obbliga la vaccinazione.
Ciò non toglie, comunque, che la discussione, sempre se fatta a certi livelli, non può che rappresentare un arricchimento di questa strategia terapeutica e di prevenzione.