Archivi categoria: Consumatori

Badanti: a cosa si rischia di andare incontro se il rapporto di lavoro non è in regola

Donne straniere che hanno svolto mansioni di badante nelle case degli apuani si sono rivolte al tribunale di Massa per chiedere soldi per stipendi inadeguati, contributi non versati, ferie non godute e festità non rispettate. A giudicare dalle sentenze già depositate, nel 90% dei casi hanno ragione, la qual cosa comporta notevoli esborsi per le famiglie: stiamo parlando di cifre che spesso superano i diecimila euro. Spesso la cosa accade quando la persona accudita è deceduta, sicché le richieste, quando accolte, impongono un indennizzo che spetta agli eredi.

Prima di arrivare in tribunale, qualcuno cerca un intesa per la definizione bonaria della questione volta a chiudere anticipatamente la contesa. Il consiglio, di solito, è proprio questo: con importi minori di diecimila euro si sconsiglia sempre di proseguire una vertenza che comporta elevate spese legali.

Quando, nonostante il consiglio, si va davanti al giudice, spesso compaiono lunghe liste di testimoni: le badanti, da un lato, vogliono dimostrare la loro dipendenza grazie a connazionali e colleghe, mentre le famiglie chiedono una mano ai vicini per smentire, ad esempio, l’impiego domenicale. Attenzione alle false testimonianze, però: se si dicono bugie si rischia il penale.

Traffico telefonico del cellulare: rispetto della privacy

Alcuni giorni or sono la Cassazione ha depositato una sentenza nella quale condannava, in via definitiva, un uomo che 8 anni or sono andò ad indagare i traffici telefonici del cellulare della moglie. Sono passati ben 8 anni, è vero, ma questa sentenza sicuramente costituisce un precedente che farà giurisprudenza. Quindi, occhio ai telefonini!

Ricorso per conciliazione in sede non contenziosa (Giudice di Pace)

Il cittadino che decide di agire senza l’ausilio di un avvocato può proporre un tentativo di conciliazione stragiudiziale presso l’Ufficio del Giudice di Pace competente per territorio. L’ambito delle materie oggetto del ricorso è piuttosto vasto e consente al ricorrente di evitare un’eventuale condanna per lite temeraria (*) qualora il suo ricorso non fosse giudicato degno dal giudice in caso di citazione vera e propria in giudizio.

Il modulo per il “ricorso per conciliazione in sede non contenziosa” (Giudice di Pace) può essere scaricato tramite il collegamento posto alla fine di questo articolo.

Il CTCR – Centro Tutela Consumatori Risparmiatori – è a disposizione di tutti coloro che desiderino avere informazioni sulle modalità di compilazione e presentazione del ricorso, nonché di chi voglia ricevere un’assistenza qualificata in sede stragiudiziale.

Modulo per il ricorso per conciliazione in sede non contenziosa

(*) In termini semplificati, per “lite temeraria” si intende l’avvio di un procedimento caratterizzato dall’infondatezza della domanda (abuso del diritto di azione) di chi agisce a tutela di un diritto che il Giudice accerti come inesistente.

Lite Temeraria (Wikipedia)

Riallaccio linea telefonica a seguito di contenzioso

Quando un contenzioso tra utente e gestore di telefonia porta ad un’interruzione del servizio, è possibile, presentando opportuna richiesta al Corecom, ottenere l’immediato riallaccio della linea telefonica.
Il Corecom, infatti, si occupa di comunicare al gestore l’avvenuto ricorso ed, in attesa di definizione, intima al gestore di riattivare la linea entro 48 ore. Per fare ciò si può utilizzare un apposito modulo che si può scaricare da questa pagina. Nel caso in cui sorgano dei dubbi nella compilazione, siamo a disposizione per ogni chiarimento.

Modulo per ricorso al Corecom per riattivazione linea telefonica

Canone Rai nelle bollette dell’energia elettrica

Come preannunciato, nelle bollette del mese di luglio dell’energia elettrica è arrivato parte del canone Rai. Tutti pensavano che il canone venisse diluito in tre rate, ma così non è stato. Infatti, ad ogni bolletta è stato aggiunto l’importo di 70 Euro, il che rappresenta più di due terzi del canone. Più che una tassa, che quindi darebbe diritto a dei servizi, sta diventando una vera e propria imposta. Si stimano 23 milioni di contratti di fornitura di luce, per cui, alla fine, il governo incasserà 2,3 miliardi di Euro.

Turismo, come reclamare?

Con l’avvento dell’estate si è intensificata l’attività turistica. Inevitabilmente sono aumentate anche le insoddisfazioni da parte dei consumatori per il servizio ricevuto. In tal caso, cosa fare? Bisogna motivare il reclamo inviando una lettera raccomandata entro e non oltre 10 giorni dalla data del rientro. La cosa è molto semplice, ma se non viene eseguita non si è più in tempo per reclamare. Ogni caso poi è a sé, ma la regola generale è questa.

Ricevute di pagamento: quando buttarle?

Tutti i pagamenti che effettuiamo, qualsiasi sia il motivo, comportano la consegna di una ricevuta, che va conservata per un determinato periodo di tempo al fine di provare l’avvenuto pagamento. Il periodo trascorso il quale si può buttare la ricevuta è variabile, e dipende dal motivo del pagamento: fattura di un artigiano, conto dell’albergo, acquisto di un bene, utenza, imposte e tasse richiedono tempi diversi.

Data la mole di documenti da conservare, può capitare che si smarriscano ricevute, oppure che vadano buttate per errore. Nel caso in cui arrivi la richiesta di dimostrare un avvenuto pagamento, se non si è in grado di recuperare il documento, vale la regola di valutare se la richiesta arrivi nei tempi giusti: se la richiesta è effettuata oltre il tempo limite, infatti, essa è da considerarsi nulla, e nulla deve essere dimostrato. Se si hanno dei dubbi, un associazione di consumatori può essere sicuramente d’aiuto.

Conservare lo scontrino, documento che prova l’acquisto

Lo scontrino fiscale o la ricevuta di pagamento bancomat costituiscono due dei fondamentali documenti che comprovano l’acquisto di un bene. Perché raccomandiamo di conservarli? Perché nel periodo estivo si è soliti fare tanti piccoli acquisti e buttare lo scontrino o la ricevuta del pagamento bancomat. Occorre ricordare quindi, soprattutto nel periodo estivo ed in zone di villeggiatura, di conservare sempre il documento che comprova l’acquisto di un bene.

Riparazione di un bene in garanzia

Quando un bene è ancora coperto da garanzia, la riparazione è un accordo tra il rivenditore ed il consumatore. Si scende ad un compromesso, ovvero si accetta di rimanere senza il bene per un periodo di tempo concedendo al rivenditore la possibilità di ripararlo. E’, quindi, una concessione che il consumatore fa al rivenditore e non viceversa. I termini della riparazione hanno però dei limiti ben precisi, primo fra tutti la durata della riparazione. Legalmente si deve scrivere nella parte retrostante lo scontrino il periodo di durata della riparazione e la data di restituzione.
Se il rivenditore viene meno a questo fatto, il consumatore ha diritto ad un bene uguale a quello andato in riparazione o alla restituzione della somma spesa. È un aspetto fondamentale della garanzia che spesso porta il consumatore ad un’insoddisfazione, ingiustificata ma dipendente da sua negligenza perché la legge lo tutela come sopra detto.