Insorte difficoltà economiche per il pagamento dei canoni.
Il C.T.C.R. può indicare agli inquilini conduttori locatari propri soci, con valutazione da farsi caso per caso, le strade giuridiche da percorrere per proporre ai proprietari una riduzione, rimodulazione o sospensione dei canoni di locazione.
Per approfondimenti telefonare al C.T.C.R. (051 320322) nei giorni da lunedì al venerdì tra le ore 10 e le 12 oppure inviare una mail a tutelaconsumatori@tutelaconsumatori.it
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Fallimento Mercatone Uno: domanda di insinuazione allo stato passivo
Per la nota vicenda “mercatone uno” si è ritenuto utile inserire all’indirizzo
http://www.tutelaconsumatori.it/modulistica/
il facsimile della domanda di insinuazione allo stato passivo nel fallimento stesso per la restituzione di eventuali acconti corrisposti alla sopracitata ditta.
Per eventuali chiarimenti riferirsi all’email
Il CTCR Bologna
Riprende l’attività del CTCR per aggiornare i soci
Canone Rai: pronti i rimborsi per chi era esente
A seguito dell’accorpamento del canone Rai alla bolletta dell’energia elettrica, essa si è tramutata ben presto nella tassa meno evasa dagli italiani. Difatti, l’indotto, fatturato dalla Società concessionaria in esclusiva del servizio pubblico radiotelevisivo in Italia, sarebbe circa di 350 milioni di Euro.
Secondo calcoli più approfonditi, tale cifra deve essere ridotta di circa 27,1 milioni di Euro i quali sarebbero imputabili a soggetti aventi diritto ad una ipotesi di esenzione tra quelle previste dalla normativa vigente. Si tratterebbe, quindi, di quote indebitamente sottratte in quanto i destinatari avrebbero diligentemente adempiuto a tutte le formalità previste dalla legge affinché venisse loro riconosciuta l’esenzione.
Tale errore è certamente imputabile alle modalità di addebito della suddetta tassa che viene riscossa direttamente dalla compagnia elettrica senza possibilità di opporre al gestore la propria esenzione; questa dovrà essere vagliata invece dall’Ufficio Torino 1 delle Agenzie delle Entrate.
Sarà il suddetto ufficio ad individuare gli aventi diritto al rimborso e a darne comunicazione alle compagnie elettriche interessate, le quali dovranno provvedere, tramite accredito nella bolletta di prima emissione, all’eventuale rimborso entro, e non oltre, 45 giorni a partire dal momento in cui hanno ricevuto la comunicazione del Fisco.
In caso di mancato rimborso, il contribuente danneggiato potrà rivolgersi direttamente all’Agenzia delle Entrate competente, la quale provvederà a mezzo di bonifico bancario o assegno.
Il CTCR Invita tutti consumatori interessati a verificare attentamente i prospetti delle bollette elettriche riguardo alla voce “rimborso canone di abbonamento alla televisione per uso privato” affinché possano avere contezza dell’effettiva restituzione del canone, versato indebitamente.
Attenzione ai finti ispettori del gas che propongono di installare dispositivi nelle abitazioni
Su segnalazione di un nostro socio, siamo venuti a sapere che finti ispettori dell’azienda distributrice del gas locale si presentano col metodo della vendita porta a porta per “proporre” l’installazione di rilevatori del gas. Costoro sono inviati da ditte che mettono negli spazi condominiali comuni dei volantini per informare gli utenti del passaggio dei loro addetti.
Il problema sta nel fatto che, spesso, per non dire sempre, gli addetti cercano di far capire di essere inviati dal distributore locale (ad esempio, Hera) per effettuare interventi di manutenzione obbligatoria e gratuita, senza fornire spiegazioni chiare e dettagliate sulla proposta commerciale che nulla ha a che vedere con il distributore locale.
In realta, infatti, una volta entrati nell’abitazione, installano l’apparecchio e presentano una fattura non proprio economica.
Quindi, attenzione ai venditori porta a porta di rilevatori di gas: consigliamo di non farli proprio entrare. E se qualcuno avesse aderito alla loro “proposta”, ed avesse pagata la fattura, sappia che è possibile avvalersi del diritto di recesso entro quattordici giorni dall’installazione. Il diritto di recesso impone all’azienda di riprendersi l’apparecchio e di restituire il denaro. In caso di dubbio su come esercitarlo e su come scrivere la lettera – che sarà una raccomandata a/r – rivolgersi ad un’associazione di tutela dei consumatori è sempre una buona idea.
La seconda fonte di inquinamento: l’abbigliamento
La super produzione di capi d’abbigliamento a bassissimo prezzo, che avviene nei paesi dove la manodopera è fortemente sottopagata, rappresenta la seconda forma di inquinamento al mondo. Infatti, il trasporto, la distribuzione, nonché il loro smaltimento rappresentano uno stress per il pianeta. Bisognerà, quindi, riequilibrare questo mercato affinché l’inquinamento diminuisca a livelli accettabili. Quindi, occorre comperare in maniera più oculata e scartare meno, poiché la politica dello scarto non paga.
50 anni di Cosmoprof. Non li dimostra
Si è tenuto a Bologna il cinquantesimo Cosmoprof. In coerenza con il nome che porta, si è mantenuto veramente bene. Evidentemente, cosmesi e makeup sono settori attuali e che interessano. Ironia a parte, il Cosmoprof è una fiera sempre in crescita; oggi più che mai tiene sempre in evidenza le esigenze del consumatore sancendo il principio che la cosmesi non è medicina. Questo è un binomio veramente importante ed un distinguo da mantenere, onde evitare confusione.
Call center post vendita: la Corte UE vieta l’applicazione degli 199
In un’epoca di consumismo esoso e sfrenato quale è quella attuale, lo spettro delle modalità d’acquisto di un bene, di cui può fruire un consumatore, è molto ampio; tra di esse, primeggia certamente l’acquisto tramite via telematica.
Tale tipologia di contrattazione appare rapida e sicura ma non consente al consumatore un immediato riscontro del bene acquistato. Ciò può generare l’insorgere di contestazioni che, in fase di reclamo, sfociano spesso in ripetute telefonate al call center post vendita, predisposto dall’azienda produttrice del bene.
Sino ad oggi, molti di questi servizi hanno utilizzato numerazioni commerciali a tariffe maggiorate e riconducibili al prefisso “199”, generando un ulteriore abuso nei confronti del consumatore, costretto a servirsi del suddetto servizio per segnalare i vizi relativi al bene acquistato.
Finalmente, la corte di Giustizia Europea, interpellata da un tribunale tedesco in merito ad una Direttiva sui diritti dei Consumatori, ha sancito il principio per cui il costo di una chiamata verso un numero telefonico per l’accesso ad un servizio di assistenza post vendita non deve eccedere quello di una chiamata standard.
Le motivazioni di tale sentenza risiedono nel fatto che l’addebito di costi eccessivi potrebbero dissuadere il consumatore dal contattare il call center per vedere riconosciute le proprie contestazioni; ciò determinerebbe un’anomala, nonchè illecita, compressione dell’alea dei diritti del medesimo.
Secondo i giudici della UE, la “tariffa base”, applicabile a questi servizi, non deve eccedere il costo di una chiamata verso un numero fisso geografico o verso un numero di cellulare standard.
Attenzione ai materassi acquistati via internet
Ormai gli acquisti via internet hanno dilagato. Ma ci sono oggetti ed oggetti. Quindi è bene stare attenti alle dimensioni dell’oggetto acquistato perché, in caso di insoddisfazione o non corrispondenza con quanto ordinato, la restituzione può diventare alquanto difficile.
Il caso specifico riguarda i materassi, i quali, essendo molto ingombranti ed essendo consegnati per corriere, solo una volta disinballati si può appurare se in effetti corrispondono all’ordine fatto. Qui iniziano le difficoltà. Se quanto ricevuto non corrisponde a quanto ordinato, la restituzione, che sarebbe senza spese per il consumatore, non lo sarà, perché comunque, per restituirli, bisogna affidarli ad un corriere; se, alla riconsegna, la merce viene respinta, nasce un ping pong che rischia di prendere vie giudiziarie.
Attenti, quindi, a quello che si ordina e come lo si ordina perché, anziché essere fonte di piacere, l’acquisto potrebbe diventare una fonte di noie.
Nuovo controllo emissioni autovetture
Il 20 dicembre 2016 è stato varato il terzo di 4 pacchetti sul controllo delle emissioni nocive nell’aria. Questo pacchetto prevede la grande innovazione di obbligare i controlli a bordo dell’autovettura in normale regime di marcia e non più solo in laboratorio. A questo progetto non hanno però aderito tutti i paesi europei, soprattutto quelli con grossi costruttori di autovetture. Ciò nonostante è sicuramente un grande passo avanti che, forse, eviterà altri scandali dieselgate.