Archivi categoria: Banche

“LA LAVATRICE LA COMPRO IN BANCA!” di Umberto Baldo

Che le banche “così come sono” non siano più, come si dice, “al passo con i tempi”, sembra lo pensino sia i banchieri sia il Sinda-cato, che da ultimo l’8 luglio ha presentato al-la stampa il “documento unitario sul nuovo modello di business per gli Istituti di credito”.
Quando poi si arriva alle “ricette” con cui fare fronte al “disallineamento” fra realtà e nuovi modelli, allora le cose cambiano di brutto, re-gistrando una netta diversità di vedute fra banchieri e rappresentanti dei lavoratori.
Abbiamo già parlato dell’irruzione del Continue reading ““LA LAVATRICE LA COMPRO IN BANCA!” di Umberto Baldo” »

PROFUMO: ORA LA BANCA È IN UN PORTO SICURO…” di Umberto Baldo

Pubblicata Venerdi dal Corriere della Sera. Questo il testo: “Abbiamo preso onde spaventose », dice Alessandro Pro-fumo parlando dei suoi due anni sulla tol-da del Montepaschi. Ora la banca è in un porto sicuro, protetta da 5 miliardi di capi-tali freschi che sono serviti a rimborsare 3,5 miliardi di Monti bond — compresi in-teressi e sovrapprezzo — e che ora so-sterranno la banca negli imminenti stress test della Bce. «Ci godiamo questo suc-cesso, che è tale anche per i contribuenti italiani», dice il presidente dell’istituto se-nese. «Il Tesoro ha guadagnato il 15,9% in un anno, ma non dimentichiamo che si Continue reading “PROFUMO: ORA LA BANCA È IN UN PORTO SICURO…” di Umberto Baldo” »

“ENNIO DORIS: DE PROFUNDIS PER LE BCC” di Umberto Baldo

Anche oggi vi propongo un’intervista ad un personaggio che è stato per otto anni dipendente, presso la filiale di San Martino di Lupari, dell’ allora Banca Antoniana di Padova e Trieste, e che poi, attraverso varie esperienze professionali, arriva a fondare Banca Mediolanum.

Avrete certamente riconosciuto Ennio Doris, forse il “tombolano” più noto, che domenica ha concesso a Gianni Favero del Corriere del Veneto questa intervista: «Chi lavora nelle filiali bancarie già oggi non ha niente da fare per il 61% del suo tempo». Annuncia così il suo arrivo a Padova il presidente e amministratore delegato di Banca Mediolanum, Ennio Doris, che da domani ospiterà i suoi promotori finanziari della Città del Santo in un «Palazzo d’artista» ricavato dalla ristrutturazione del vecchio edificio direzionale di piazza Bussolin e della zona antistante.

L’inaugurazione dei nuovi uffici di Banca Mediolanum – che ospiteranno tra gli altri le opere di Andy Warhol, Keith Haring, Giuseppe Santomaso e Mario Schifano (domani per l’inaugurazione ci sarà anche il maestro Giovanni Allevi) – è anche l’occasione per fare il punto sul futuro delle banche venete e sui modelli di sviluppo finanziario già visibili in Europa settentrionale.

Presidente Doris, secondo lei non ci sarà più spazio per le reti di filiali con direttori e sportelli alle quali siamo abituati? «Intendiamoci, il direttore è necessario e ci sarà sempre, ma adesso lo chiamiamo family banker. Non sarà più il cliente ad andare da lui ma viceversa. E solo per le operazioni meno semplici. Per il resto si farà tutto su pc, tablet e smartphone» .

Non le sembra un disegno estremo? «Per niente. Negli ultimi due anni il 40% delle operazioni ordinarie che si facevano in filiale sono uscite e si fanno on line. E’ l’unica strada per ridurre i costi dei servizi».

Sta dicendo che c’è un sacco di forza lavoro che non serve più? «Non lo dico io, ma i numeri. Lo scorso anno in Italia ha chiuso il 4% degli sportelli, cioè 1.200 su 30 mila, vale a dire 100 al mese. Nell’Europa settentrionale su 100 filiali attive nel 2006, fra due anni ne saranno sopravvissute appena 47. Qui siamo in ritardo di un quinquennio e infatti nel 2016 saranno 85».

In questi anni, però, pare che il rapporto diretto fra cliente e istituto di credito sia stato rivalutato. I network di piccole banche, come quelle di Credito cooperativo, è spesso appar-so come il vero salvagente per le piccole imprese in deficit di liquidità. Non è d’accordo? «No. Fra pochi anni guarderemo alle Bcc co-me a carrozze trainate da cavalli».

Le Bcc saranno costrette a chiudere tutti gli sportelli? «Sì. A meno che non affrontino una seria aggregazione, che deve essere almeno a livello regionale. Ma credo che ancora non basti».

Cosa c’è, di decisivo, che le piccole banche non saranno più in grado di fare? «Pensiamo solo ai necessari investimenti nelle nuove tecnologie. Noi di Banca Mediolanum, quest’anno, semplicemente per dare modo al cliente di fare acquisti pagando con il telefo-nino, una cosa che in breve faremo tutti, abbiamo speso 133 milioni di euro. Le piccole banche come pensano di trovare la forza di investire e diventare competitive?»

Però c’è anche una clientela di imprese che chiede alle banche regole diverse. «Non c’è speranza per questo. È un vicolo cieco. Le ri-chieste dei piccoli operatori di avere regole differenziate rispetto ai parametri stabiliti da Basilea 3 (gli accordi interbancari di vigilan-za) non saranno accolte. Queste regole sono e saranno tassative per tutti. Insomma, il decli-no dei piccoli istituti è inesorabile»

Rimanendo sul tema del rapporto fra il siste-ma del credito e le imprese, si sta accentuan-do una discussione sui criteri di rating. L’università di Venezia ha in questi giorni presentato un possibile modello alternativo che dimostra gli errori degli schemi di Basilea e che suggerisce, ad esempio, di tenere conto della filiera in cui è inserito l’affidatario «Giustissimo. Se studi il cliente non come soggetto isolato ma assieme ai suoi partner più stretti hai una visione moderna e più cor-retta del possibile sviluppo della sua azienda»

Allora è d’accordo con chi contesta alle ban-che italiane l’eccessiva prudenza nel ricono-scere fiducia ad imprese che stanno per parti-re? «No, perché spesso si compie l’errore di fare confronti con gli Usa. Lì sulle idee si in-veste, che è cosa diversa dal finanziarle. Ci sono società di emanazione bancaria che si comportano da venture capital e ci sono ban-che che fanno da intermediarie di obbligazio-ni emesse dalle stesse aziende. Negli Usa l’economia è finanziata dalle banche per ap-pena il 30%. Qui ci vorrà una generazione per cambiare i comportamenti in questa direzio-ne».

Ho ritenuto interessante proporvi questa in-tervista perché Ennio Doris, al di là delle esi-laranti imitazioni di Crozza, con l’insuperabile “consumador”, rappresenta un banchiere che ha sempre cercato di adeguare il suo modello di banca alle nuove tecnologie, e di conse-guenza alle esigenze di innovazione della clientela. Un modello che, volenti o nolenti, ha sublimato l’internet banking e la banca multicanale.

Venendo alle dichiarazioni di Doris, sicura-mente non concordo con la sua affermazione che presso gli sportelli bancari oggi non si fa niente per il 61% del tempo di lavoro. Non so che banche frequenti il nostro Doris, ma que-sto non è vero, per lo meno presso le filiali del Monte dei Paschi!

Per il resto Doris riprende le tematiche che conosciamo bene, perché sono le stesse che l’ ABI ci propina da qualche anno: drastico calo degli accessi agli sportelli in conseguenza dell’home banking, surplus di personale nelle Banche anche a causa della chiusura delle fi-liali, relativamente alla quale secondo lui siamo in netto ritardo rispetto agli altri Paesi europei.

Sicuramente avranno fatto i debiti scongiuri i colleghi delle Banche di credito cooperativo, che secondo Doris verranno viste fra qualche anno come “carrozze trainate da cavalli”.

La causa? L’impossibilità per le piccole Ban-che di fare i necessari investimenti nelle nuo-ve tecnologie.

Su questo tema debbo dire che concordo con Ennio Doris.

Si riaffaccia ancora una volta la vexata quaestio se sia meglio per le Banche essere “grandi” o “piccole”?

Francamente penso che il problema sia oggi un po’ diverso. Non ritengo che la dimensione sia di per sé un elemento discriminante. Il problema di oggi e di domani per le Banche è e sarà la redditività. E sicuramente resteranno in piedi solo le banche ben capitalizzate, in grado di produrre utili veri.

PARTITA QUADRUPLA di Umberto Baldo

Aria di spending rewiew anche in Fondazione Mps! Dal sito ilcittadinoonline, apprendiamo che, per la prima volta, banca Mps pagherà la Fondazione per far accedere i propri invitati al palio alle finestre della sede dell’ente. La Fon-dazione segue le orme del Comune, che ha messo in vendita 15 biglietti del palco di palaz-zo Berlinghieri, solitamente destinato ai propri ospiti. Fino all’anno scorso gli invitati della banca venivano accolti gratuitamente dall’azio-nista di maggioranza (oggi sceso al 2,5%). La Fondazione continua ad effettuare i propri invi-ti. Gratuitamente, Continue reading “PARTITA QUADRUPLA di Umberto Baldo” »

PRESENTATO ALL’ABI DOCUMENTO DEL SINDACATO di Umberto Baldo

Quelli di voi che hanno partecipato alle as-semblee per la presentazione della piattafor-ma di rinnovo del nostro Contratto Nazionale, ricorderanno sicuramente l’impegno preso dai nostri Sindacati di presentare alla controparte, prima dell’avvio della trattativa, un documen-to tendente ad individuare un nuovo modello di Continue reading “PRESENTATO ALL’ABI DOCUMENTO DEL SINDACATO di Umberto Baldo” »

A SIENA I PM PRESENTANO IL CONTO di Umberto Baldo

Dopo qualche giorno in cui abbiamo parlato d’altro, è tempo di ritornare all’ovile, cioè alle vicende del Monte dei Paschi.
Quelle giudiziarie innanzi tutto, in quanto venerdì, al processo in corso a Siena, l’accusa, come si suol dire, ha “presentato il conto”.
Ce ne riferisce il Sole 24 Ore: “Condannare l’ex presidente di Mps, Giuseppe Mussari, a sette anni di reclusione, Gian Luca Baldassarri e Antonio Vigni, ex capo area finanza ed ex dg, a sei Continue reading “A SIENA I PM PRESENTANO IL CONTO di Umberto Baldo” »

POLO AGGREGANTE O PREDA? di Umberto Baldo

Sono rientrato dal mio viaggio. Dalla nostra ultima conversazione ci sono state, fra l’altro, le elezioni europee, che sicuramente hanno modificato lo scenario politico nazionale, e, per quanto ci riguarda più direttamente, l’Assemblea dei soci di Mps e l’inizio della trattativa per il rinnovo del CCNL. Di quest’ultima Continue reading “POLO AGGREGANTE O PREDA? di Umberto Baldo” »

IL FUTURO DELLE BANCHE di Umberto Baldo

Non è un caso che in questa fase di rinnovo del nostro CCNL si parli di “nuovo modello di Banca”. Perché risulta sempre più evidente che quello “vecchio”, quello a cui siamo abituati, non regge più, e quindi o si adatta alla nuova realtà, o non avrà futuro.
Scrive Il Sole 24 Ore: “…….Per le banche tradizionali, oggi, la scelta è semplice e drammatica, ed è tra l’innovazione difficile e il declino certo. L’Unione bancaria europea in costruzione è un vaso di Pandora che, una volta scoperchiato, non lascerà scampo a banche dal modello organizzativo approssimativo. Troppo forte la Continue reading “IL FUTURO DELLE BANCHE di Umberto Baldo” »

A PROPOSITO DELLA TRIMESTRALE di Umberto Baldo

la ricapitalizzazione di Mps, che dovrà essere approvata dall’assemblea straordinaria del prossimo 20-22 maggio, resterà il fattore catalizzatore su cui si concentrerà nei prossimi giorni l’attenzione degli investitori. Per gli analisti di Banca Imi (rating hold e prezzo obiettivo a 22 euro),una parte dei proventi rinvenienti dall’aumento di capitale potrebbe essere utilizzata per aumentare gli accantonamenti su eventuali perdite su crediti e per rimborsare parzialmente i Monti Continue reading “A PROPOSITO DELLA TRIMESTRALE di Umberto Baldo” »

LO SPORTELLO MOBILE di Umberto Baldo

Che ne direste se la Banca vi chiedesse di svolgere il vostro lavoro su un autobus itinerante?
Fantascienza?
No, realtà! E’ quanto avviene nella vicina Germania, dove la Cassa di Risparmio di Colonia ha attivato questo servizio.
Ce ne riferisce Camilla Conti su l’Espresso, in questo articolo: “Il camper rosso e bianco spegne il motore a pochi metri dai caffè del centro storico di Colonia. Si abbassa la scaletta e scende lui: il bancario mobile. Perché il motto della Kölner Sparkasse è: se tu non vai alla banca, la banca viene da te. Detto, fatto. La cassa di risparmio di Continue reading “LO SPORTELLO MOBILE di Umberto Baldo” »