Finalmente varato il decreto salva banche che descrive tutte le modalità alle quali i risparmiatori dovranno attenersi per chiedere il rimborso dei risparmi perduti.
La prospettiva di maggior rilievo è quella del rimborso dell’80% a determinate condizioni, che non sono poi così restrittive: i risparmiatori che si accontenteranno, quindi, verranno risarciti in buona parte del danno subito; in ogni caso, bisognerà esaminare la legge attentamente, per orientare correttamente i risparmiatori.
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Azionisti banche popolari
In questi ultimi tempi non si parla d’altro che di azionisti truffati dalle note banche popolari che hanno dichiarato fallimento. Intanto è bene notare una cosa. Le banche non falliscono ma dovrebbero andare in liquidazione. Queste banche popolari, per poter essere dichiarate fallite, sono state trasformate da Banca Popolare a Spa; di conseguenza, essendo società per azioni, come tutte le società per azioni possono tranquillamente fallire. Già questo avrebbe dovuto suscitare perplessità.
Poi, anche se il codice del consumo non viene applicato, i prodotti finanziari avrebbero dovuto destare sospetto, consideranta la forma in cui essi sono stati proposti, poiché essi, in un qualche modo, confluivano sempre nell’acquisto di azioni della banca stessa.
Poco o nulla serviva per prendere un attimo di tempo, chiedere copia di questo contratto e farlo vedere ad un’associazione di consumatori o, comunque, ad un tributarista. Si sarebbe fugato ogni dubbio. Peccato non sia successo.
Legge Pinto
E’ notizia di pochi giorni fa che il governo sta provvedendo al pagamento dei risarcimenti ottenuti con ricorsi alla legge Pinto avvalendosi di un accordo del 2015 con Bankitalia. L’accordo, in buona sintesi, consiste nella sponsorizzazione da parte di Bankitalia delle Corti d’Appello presso cui giacciono inevase queste pratiche di risarcimento. Sebbene i rimborsi abbiano ottenuto una certa accelerazione, la soluzione non è sufficiente ad arginare il problema. Si è quindi pensato, all’interno di Bankitalia, di ricorrere alle filiali di Bankitalia stessa supportando localmente le Corti d’Appello che devono effettuare i pagamenti. Si pensa che tutto porti ad evadere i pagamenti entro 120 giorni.
Banche popolari
E’ ormai chiaro ed evidente che il fallimento delle note quattro banche popolari è passato anche attraverso l’inosservanza istituzionale. Di questo ne sono convinte diverse fonti, compresa quella del ministro alle attività produttive Calenda che, addirittura, in una nota, propende per l’indagine effettuata da un noto programma televisivo di approfondimento. Il danno di tutte le quattro banche è enorme: si dice che ammonti a 430 milioni di euro; talmente grosso che minimo, ma minimo si può parlare di inosservanza di chi doveva vigilare.
Banche popolari
Non v’è pace tra i risparmiatori delle Banche Popolari truffati. Sono innumerevoli le manifestazioni in cui essi, giustamente, chiedono il risarcimento dei propri danari. Nonostante il decreto salva banche, gli animi non si placano, e con giusta ragione. Pochi sono i risparmiatori che verrebbero risarciti, e con cifre tutto sommato esigue. L’unica loro speranza si ripone nella costituzione di parte civile quando verrà avviato il processo penale.
Cos’è l’anatocismo: interessi sugli interessi
“Anatocismo” è una parola poco conosciuta. E’ usata nel settore bancario per indicare gli interessi calcolati sugli interessi; con questo metodo si agisce come se gli interessi concorrano a far parte del capitale e, come tali, possano produrre interesse a loro volta.
E’, infatti, costume abbastanza diffuso (anche se leggermente in calo), quello di far pagare ai correntisti interessi sugli interessi quando si parla di interessi negativi.
Per meglio comprendere, è bene fare un esempio. Quando un consumatore si presenta in banca e chiede un mutuo o un prestito, concorda un tasso di interesse negativo. Spesso, senza accorgersene, il consumatore paga interessi negativi sul mutuo o sul prestito ricevuto, ai quali si aggiungono gli interessi calcolati sugli interessi negativi. Questo metodo si chiama anatocismo ed è severamente vietato dalla legge. Chiunque sia soggetto ad anatocismo, quindi, si deve rivolgere ad un’associazione di consumatori oppure ad uno studio legale per intimare all’Istituto che applica questo metodo di restituire tutti gli interessi sugli interessi, ovvero tutto il ricavato dell’ anatocismo.
Bitcoin, la criptomoneta
La criptomoneta è in forte espansione. Già si usa nei bar, ristoranti, agenzie di viaggio ed in tanti altri esercizi. Il prossimo obiettivo è quello delle banche. Riusciranno i nostri eroi? Sarà un po’ difficile, in quanto le banche sono attente ad evitare un’invasione del genere. Si potrebbe pensare che il bitcoin abbia come punto di debolezza la mancanza di garanzie – infatti nessuno garantisce bitcoin – ma è altrettanto vero che, se tutti i risparmiatori richiedessero i propri risparmi contemporaneamente alle banche, si stima che esse non riuscirebbero a restituire tutto il danaro: solo un risparmiatore su 13 potrebbe riaverli. Vedremo se e quando qualcuno farà valere i propri diritti di signoraggio.
Risparmio o investimento?
In questi giorni si sente molto parlare di risparmiatori traditi. E’ bene ricordare la differenza tra risparmio e investimento. Il risparmio, tutelato e garantito anche dallo Stato, è l’accantonamento di quel danaro che uno ha in sovrappiù, casomai lasciato nel conto corrente, ma mai investito.
Ogni danaro non risparmiato è dunque investito. Un investimento presenta sempre dei rischi. Basti pensare al bassissimo costo del denaro presso la Banca centrale europea per capire che tutto ciò che ha un rendimento superiore ha anche un rischio. Questo per sedare un po’ i rumori di tutti quelli che si presentano come risparmiatori, casomai truffati, mentre in realtà sono degli investitori. Questa buona regola sarebbe da tener presente ogni qualvolta ci si rivolge alla banca per un investimento.
Decreto rimborsi risparmiatori banche popolari
È stato emanato il decreto sui criteri di rimborso dei risparmiatori rimasti coinvolti nel crac delle banche popolari. Dividi et impera, questo è il motto di questo decreto: esso, infatti, divide la schiera dei risparmiatori in azionisti, obbligazionisti ed acquirenti di prodotti derivati. Tra questi, otterrà un risarcimento solo chi ha un reddito inferiore a € 35.000 oppure un patrimonio inferiore a € 100.000. Ma per patrimonio cosa si intende? Non è ben chiaro, al punto che gli stessi di risparmiatori chiedono che il decreto venga ritirato. Non si vedono grosse prospettive, al punto che la soluzione si rimanderà alla costituzione di parte civile nel processo penale, che però è ancora tutto da istruire.
Banche popolari: varato il decreto per il rimborso dei risparmiatori
Finalmente varato il decreto per il rimborso dei risparmiatori, tristemente coinvolti nei crack delle note banche popolari. È previsto un congruo rimborso alle fasce più deboli, ma ciò non è detto che possa soddisfare gli astanti. Si guarderà nei prossimi giorni come evolverà la situazione, per poter anche dare consigli su come agire.