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Crack delle banche popolari: i nostri soldi?

È caduto il governo nella cui legislatura sono avvenuti i noti crack delle banche popolari. È passato più di un anno e, fin dall’inizio, si prospettavano tempi duri per il recupero, perché le soluzioni proposte erano comunque frammentate, ovvero l’80% fino a € 50.000 oppure l’arbitrato, oppure la causa finale.
Tutte soluzioni che, però, non hanno trovato riscontro; anzi, purtroppo, è notizia di questi giorni che i soldi per rifinanziare le banche fallite ed ora anche attraverso la Banca Nuova, non ci sono. Non si parla più nemmeno dei progetti Atlante, con i quali si è tentato di recuperare parte dei denari legati alle obbligazioni. Niente di niente di tutto ciò. Poveri risparmiatori.

Bollette dell’acqua: consumi più certi grazie ai nuovi obblighi di lettura

Nel 2012 è stata emanata la prima Direttiva Europea per la trasparenza dei documenti di fatturazione, grazie alla quale l’Autorità per l’energia elettrica, il gas ed il sistema idrico ha potuto definire un protocollo relativo alle informazioni minime da evidenziare in bolletta. Nello specifico, si tratta delle modalità di rilevazione dei consumi e di messa a disposizione del consumo annuo dell’utente finale, calcolato sulla base delle letture effettive, delle autoletture o delle migliori stime disponibili

Viene quindi introdotta una disciplina uniforme a livello nazionale, capace di garantire maggiore precisione nella determinazione dei consumi d’acqua in bolletta ed intesa a promuovere un utilizzo più consapevole della risorsa idrica, riducendo sprechi e favorendo scelte più consapevoli nel consumatore.

Ecco gli aspetti più innovativi della riforma.

Innanzitutto, l’obbligo dei gestori di effettuare almeno due tentativi di lettura all’anno, con un intervallo di almeno 150 giorni, e l’obbligo di ripeterlo qualora il tentativo non vada a buon fine.

Non meno importante è l’obbligo, nell’ipotesi di controversia con il consumatore, di mettere a disposizione la misura espressa dal totalizzatore, raccolta ed utilizzata ai fini della fatturazione.

Viene promossa l’autolettura la cui comunicazione può avvenire attraverso messaggi sms, telefono o via web da parte dell’utente; il gestore dovrà dare riscontro della presa in carico dell’autolettura entro 9 giorni lavorativi in riferimento alla validazione dei dati.

Infine, da settembre 2016 i gestori hanno l’obbligo di predisporre un registro elettronico delle utenze relativo alle misure ed ai tentativi di lettura, nonché l’obbligo di comunicare all’Autorità i dati inerenti ai contatori per consentire un monitoraggio periodico dell’attività.

Centrali nucleari francesi chiuse per controlli: quali ripercussuioni sulle nostre bollette?

In seguito all’incidente alla centrale atomica di Fukushima nel 2011, l’Agenzia per la Sicurezza Atomica ha stabilito che tutte le centrali nucleari in Europa vengano sottoposte a controlli più severi e frequenti. In particolare, proprio in questo periodo vengono chiusi i reattori francesi da cui dipende un considerevole quantitativo dell’energia elettrica importata nel nostro paese, in quanto incapace di garantirsi un proprio fabbisogno energetico.

Tralasciando i motivi che hanno segnato per decenni l’assenza di una politica energetica seria in questo paese, appare palese quanto il semplice fatto di dovere importare l’energia elettrica dall’estero comporti per il consumatore italiano una bolletta certamente più esosa rispetto ad altri paesi europei; a ciò si aggiunga il fatto che il blocco dei reattori per i suddetti controlli comporterà una sostanziale lievitazione del costo del chilowattora.

La spiegazione di tale effetto risiede nella logica delle regole di mercato: difatti, a fronte di un’offerta ridotta si avrà necessariamente un aumento proporzionale dei listini delle borse elettriche in tutta Europa.

In Italia, l’Autorità dell’Energia ha già reso pubblico che il prossimo aggiornamento trimestrale delle bollette elettriche, previsto per fine dicembre, dovrà tenere conto di queste fibrillazioni del mercato e prevede che il sovraccosto nel nostro paese si aggirerà intorno al miliardo di euro.

Il CTCR invita tutti i consumatori a verificare attentamente le bollette energetiche emesse nel corso del prossimo trimestre ed a segnalare eventuali variazioni di importi che risultino eccessivamente esosi, anche alla luce di quanto sin qui segnalato. Parimenti, il CTCR s’impegna a denunciare eventuali abusi all’Autorità Garante ed offre la possibilità di proporre ricorso presso le Sedi competenti.

Volkswagen non risarcirà i clienti italiani vittime del dieselgate

Mentre negli Stati Uniti Volkswagen spenderà fino a 10 miliardi di dollari per ricomprare le vetture motorizzate col 2.0 TDI truccato, se i proprietari lo richiederanno, in Europa non ci sarà alcun intervento di questo tipo.

L’Unione Nazionale Consumatori (UNC) aveva chiesto all’ad di Volkswagen Group Italia, Massimo Nordio, un incontro per illustrare una proposta consistente in un bonus come supervalutazione dell’usato per l’acquisto di un altro veicolo nuovo presso una concessionaria ufficiale, con condizioni di finanziamento agevolate. La risposta di Nordio è stata negativa.

Nordio ha comunque ricordato le «iniziative volte ad alleviare ogni possibile disagio della clientela, quali il ritiro e la riconsegna a costo zero degli autoveicoli» in occasione degli interventi ed «il rimborso delle spese di trasporto sostenute in taxi o altro mezzo pubblico per recarsi in officina».

Insoddisfatta l’UNC, che afferma di aver richiesto “un semplice gesto di attenzione verso i consumatori che hanno scelto i prodotti della casa automobilistica sulla base della loro reputazione di qualità. Oltretutto la proposta non avrebbe gravato sul bilancio di Volkswagen Italia”.

Indennità di mora sulle bollette pagate in ritardo

Recentemente i Gestori di Telefonia e di Servizi (luce, acqua e gas) hanno introdotto una clausola nelle Condizioni Generali di Abbonamento (CGA) che prevede l’applicazione di un’indennità di mora qualora le bollette vengano pagate dall’utente oltre il termine di scadenza previsto per il saldo delle medesime. Tale clausola costituisce una modifica unilaterale del contratto, consentita dalle CGA ai Gestori che in ogni momento possono determinare modifiche senza che esse debbano essere conosciute ed accettate dal consumatore.

L’applicazione della suddetta mora seguirà i seguenti criteri:

* se il ritardo nel pagamento è compreso tra il 1° ed il 15° giorno di mora, verrà applicato un tasso pari al 2% della bolletta in questione;
* se il ritardo è compreso tra il 16° ed il 30° giorno, verrà applicata un tasso pari al 4°;
* se il ritardo è oltre il 30° giorno, il tasso sarà pari al 6%.

Secondo i dati forniti dalle Associazioni di Consumatori, un’indennità di mora pari al 2% per 15 giorni corrisponde ad un tasso di interesse annuo pari al 58% mentre un’indennità pari al 6% corrisponde al tasso d’interesse annuo del 70%: ciò determina un’indennità certamente superiore al tasso di riferimento annuale fissato dalla Banca Europea.

Oltre a denunciare quanto appaia ingiusta ed inopportuna l’applicazione di un’indennità di mora di ritardato pagamento proprio nel momento in cui molte famiglie italiane rischiano l’indigenza a causa della prolungata crisi, è doveroso sottolineare come, al contrario, gli inadempimenti del gestori nella fornitura dei servizi (ritardata attivazione, mancato trasloco della linea, ecc.) diano luogo ad indennizzi in favore del consumatore solo se questi ne chieda l’applicazione tramite procedure conciliatorie presso l’Autorità Garante.

Alla luce di quanto esposto, il CTCR invita tutti i consumatori interessati a rivolgersi ai nostri uffici affinché, a fronte di un inadempimento del gestore, l’utente non si veda imputare ulteriori costi di mora; si ricorda infatti che la presentazione di un ricorso presso l’Autorità Garante determina la sospensione dei termini di prescrizione e, di conseguenza, l’impossibilità da parte del Gestore di applicare qualsivoglia ulteriore sanzione nelle more della procedura di conciliazione.

Bullismo e cyberbullismo – Progetto “Generazioni connesse”

La Direzione Generale per lo studente prosegue la sua opera di prevenzione e contrasto contro i fenomeni del bullismo e del cyberbullismo, approvato anche dall’’UE. L’iniziativa è coordinata dal MIUR, e si avvale della collaborazione di Polizia Postale e delle Comunicazioni, Sos Telefono azzurro, EPI Onlus, Movimento Difesa del Cittadino, Autorità garante per l’’Infanzia e l’’Adolescenza, Save the children Italia, Università di Firenze e “La Sapienza” di Roma.

Il progetto prevede diverse azioni volte alla realizzazione di strumenti e risorse di sensibilizzazione e formazione di adulti, bambini e adolescenti.

L’’obiettivo è di fare in modo che ogni scuola si doti di una propria politica interna che preveda l’’adozione di misure di prevenzione e di gestione di situazioni legate all’’uso di Internet e delle tecnologie digitali. Il progetto è rivolto alle ultime classi della scuola primaria e a tutte le classi delle scuole secondarie di I Grado. Le scuole interessate dovranno compilare un questionario on-line ed elaborare un progetto personalizzato (Piano d’’azione).

Tariffa “tutto compreso” in bolletta: è davvero conveniente?

Il mercato dei gestori dell’energia registra un costante aumento del livello di concorrenza, il che produce una moltitudine di proposte contrattuali di ogni genere, finalizzate ad offrire tariffe a prezzi sempre più contenuti.

In quest’ottica di mercato libero vanno inquadrate le bollette “tutto compreso”, che propongono una tariffa calcolata sui consumi medi stimati del singolo utente; ciò determina una sensibile diminuzione dei costi imputabili ai tributi, connessi al contratto medesimo.
Poiché la maggior parte di questi contratti viene concluso per via telefonica, spesso l’utente si fa attrarre dalle convenienti condizioni dell’offerta, e non attribuisce la dovuta attenzione al fatto che il superamento della soglia che fissa il “consumo medio” comporti un aggravio notevole dei costi.

A ciò contribuisce indubbiamente un’informazione ingannevole e poco trasparente da parte del gestore, la cui responsabilità sarà però difficilmente dimostrabile in giudizio in virtù del consenso, prestato dall’utente, alla conclusione del contratto.

Il CTCR invita perciò tutti i consumatori a richiedere una copia scritta del contratto in fase di proposta, affinché eventuali clausole vessatorie possano essere conosciute e comprese prima dell’accettazione dell’offerta.

Banca Etruria, a processo 30 direttori di filiale

Nei prossimi giorni la procura di Arezzo chiederà il rinvio a giudizio di trenta direttori di filiale di Banca Etruria per truffa aggravata. La stessa sorte toccherà ai funzionari di vertice, i quali inviarono disposizioni affinché si cercasse di coinvolgere il maggior numero possibile di investitori anche tra chi non aveva un profilo di rischio adeguato.

Due funzionari della direzione generale sono accusati di avere trasmesso una mail che intimava di coinvolgere nella sottoscrizione anche la clientela “retail” e non soltanto quella professionale. A confermarlo sono stati gli stessi direttori di filiale durante l’interrogatorio. Poiché hanno mostrato di essere consapevoli del danno provocato ai clienti, per loro è scattato il concorso nello stesso reato.

Sorge spontanea una domanda: è sensato chiedere i danni a questi trenta direttori di filiale? Il CTCR ritiene che, stante l’importo di notevole entità che dovrebbe risarcire i risparmiatori truffati, i direttori coinvolti non sarebbero solvibili.

Quindi, si seguiranno altre strade.

Banche popolari: dove sono i soldi?

A distanza di un anno dal crack di diverse banche popolari, i risparmiatori sono ancora tutti al palo. Manca il decreto per il rimborso di determinate categorie, manca il decreto per regolarizzare l’eventuale arbitratomancano tante cose tra cui il fondo di garanzia interbancario nonché altre forme di rimborso. Per contro i dati snocciolati sono di un disavanzo di 183 miliardi. A questo punto sorge il sospetto. Ma dove sono i soldi?

Mensa scolastica… ancora

Il Governo, dopo il caso ““panino”” sorto in Piemonte in seguito alla decisione della Corte d’’Appello di riconoscere alle famiglie il diritto di far consumare ai figli il pasto portato da casa, si è finalmente deciso ad affrontare il problema che sta interessando numerose scuole non solo della regione citata. Il Ministro Giannini ha confermato che è già al lavoro un tavolo promosso dal Governo per dar vita alle linee guida in materia di ristorazione scolastica.

Il Ministro ha affermato, inoltre, che “bisogna salvaguardare i diritti individuali e la libertà delle persone” ribadendo però “l’’importanza educativa, formativa ed anche sanitaria dell’istituzione delle mense scolastiche”.