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Codice del Consumo

È definito Codice del Consumo il decreto legislativo 206 del 6 settembre 2005. Esso contiene tutte le leggi che regolano il rapporto tra consumatore e rivenditore. È composto da diversi titoli, ognuno dei quali è specifico per il proprio settore.
Da allora ha subito diverse modifiche in recepimento di leggi anche dell’Unione Europea; dopo 9 anni dalla prima stesura, esso segna il passo e necessiterebbe di una grande ristrutturazione. Speriamo che la cosa avvenga presto in modo tale che sarà più facile individuare quali sono i diritti dei consumatori senza dover cercare, qua e là nei vari recepimenti, quali siano le norme in vigore.

Garanzie dei consumatori – Il codice del consumo – Obblighi del venditore

Il Codice del Consumo prevede che ai consumatori sia riconosciuta una garanzia sui prodotti di 24 mesi.

Per spiegarsi meglio, si prenda come esempio un bene di consumo. Di questo, per 24 mesi le caratteristiche non si devono alterare affinché il consumatore ne possa fare l’uso desiderato. Quando si acquista un prodotto il riferimento per eventuali anomalie è sempre e solo il venditore: non fatevi convincere a rivolgervi a centri di assistenza esterni, poiché tutto è a carico del rivenditore.

Quando si verifica un’anomalia all’apparecchio acquistato, il consumatore può rivolgersi al venditore e le sue possibilità sono fondamentalmente tre:

  • la prima è la restituzione del prodotto ed il rimborso totale fatto salvo un minor valore per l’uso fatto fino a quel momento dell’apparecchio in oggetto;
  • la seconda possibilità è quella di accettare la sostituzione del prodotto con uno almeno di pari caratteristiche se non superiori, ed anche su quest’ultimo prodotto la garanzia deve essere di 2 anni: quindi si rinnova, come se si ripartisse da zero;
  • la terza possibilità, che invece va concordata con il rivenditore, è quella della riparazione. In questo caso è bene far segnare nel retro dello scontrino fiscale – che va sempre conservato – la data ed il periodo nel quale il rivenditore intende trattenere il prodotto venduto per farlo riparare. Resta inteso che quest’ultimo punto è un accordo tra consumatore e rivenditore.

In caso di riparazione, cioè quando ci si avvale della terza possibilità, è bene sapere che, se il prodotto ritorna non riparato, quindi non perfettamente idoneo all’uso, questo può essere restituito, pretendendo la restituzione integrale della somma pagata oppure la sostituzione con un altro apparecchio di pari qualità o superiori.

Risparmio o investimento?

In questi giorni si sente molto parlare di risparmiatori traditi. E’ bene ricordare la differenza tra risparmio e investimento. Il risparmio, tutelato e garantito anche dallo Stato, è l’accantonamento di quel danaro che uno ha in sovrappiù, casomai lasciato nel conto corrente, ma mai investito.
Ogni danaro non risparmiato è dunque investito. Un investimento presenta sempre dei rischi. Basti pensare al bassissimo costo del denaro presso la Banca centrale europea per capire che tutto ciò che ha un rendimento superiore ha anche un rischio. Questo per sedare un po’ i rumori di tutti quelli che si presentano come risparmiatori, casomai truffati, mentre in realtà sono degli investitori. Questa buona regola sarebbe da tener presente ogni qualvolta ci si rivolge alla banca per un investimento.

Il paradosso del canone Rai: pagano tutti, anche chi non può vedere

Il canone Rai, con il nuovo sistema di versamento, ovvero collegato alla bolletta elettrica, verrà indistintamente fatto pagare a tutti, paradossalmente anche ai ciechi.
Bisognerebbe provare a guardare – o, meglio, ad ascoltare – un programma Rai ad occhi chiusi; solo così si capirebbe che cosa un cieco può percepire di una trasmissione come, per esempio, un dibattito. È vero, c’è programma e programma, ma nella quasi totalità dei casi il cieco non percepisce quasi nulla se non una gran confusione, facendo venir voglia di abbandonare l’ascolto del programma. Osservazioni che chi di dovere non ha fatto: ora il canone Rai sarà pagato da tutti.

Abolizione del bollo auto

Da tanti anni si parla di abolire la vecchia tassa di circolazione, poi convertita in tassa di proprietà, relativa alla propria autovettura. Ancora una volta la soluzione prospettata è quella di un aumento sulle accise della benzina. La soluzione, vista per sommi capi, sembrerebbe anche equa, perché meno giri, meno tasse paghi; più giri, più tasse paghi. Ma, sicuramente, nel computo della spesa tutto verrà sbilanciato a favore dello Stato, che cercherà con questa soluzione di incassare maggior danaro che non con la normale tassa di proprietà dell’autovettura, tassa che molte persone non pagano più per impossibilità economiche. Alla luce di queste considerazioni, la soluzione prospettata non sembra quindi nemmeno giusta.

Truffe telefoniche relative a contratti con gestori telefonici

E’ di questi giorni la notizia che alcuni consumatori hanno ricevuto telefonate, in apparenza provenienti dai gestori telefonici principali, aventi come argomento scadenze di contratti o cambiamenti di piano tariffario.

Abbiamo verificato che tali telefonate provengono da agenzie che hanno in subappalto la concessione di vendere contratti di telefonia in nome e per conto dei gestori principali. Molti consumatori vengono tratti in inganno, e rilasciano interviste telefoniche che, molte volte, hanno forza di contratto.

Invitiamo, quindi, tutti i consumatori a non aderire a contratti telefonici, anche considerando che sono difficilmente gestibili. Consigliamo, piuttosto, di farci una segnalazione chiedendo informazioni al nostro ufficio.

Decreto rimborsi risparmiatori banche popolari

È stato emanato il decreto sui criteri di rimborso dei risparmiatori rimasti coinvolti nel crac delle banche popolari. Dividi et impera, questo è il motto di questo decreto: esso, infatti, divide la schiera dei risparmiatori in azionisti, obbligazionisti ed acquirenti di prodotti derivati. Tra questi, otterrà un risarcimento solo chi ha un reddito inferiore a € 35.000 oppure un patrimonio inferiore a € 100.000. Ma per patrimonio cosa si intende? Non è ben chiaro, al punto che gli stessi di risparmiatori chiedono che il decreto venga ritirato. Non si vedono grosse prospettive, al punto che la soluzione si rimanderà alla costituzione di parte civile nel processo penale, che però è ancora tutto da istruire.

Wolkswagen gate

Da un po’ di tempo non si sente più parlare del caso Volkswagen. Tutto sembra tacere. Alcuni automobilisti si sono aggregati per fare causa direttamente alla casa tedesca. Riteniamo, come tutela del consumatore, che momentaneamente sia azzardato intentare una causa quando è ancora in atto la riforma del codice di procedura penale e civile. Solo a riforma avvenuta si potrà decidere quali saranno le forme migliori per arrivare ad un processo. Certo è che hanno fatto bene quegli automobilisti che comunque hanno cercato una soluzione stragiudiziale con il concessionario e non con la casa madre.

Gestori telefonici: Wind? No, grazie!

Un insolito rifiuto ad essere clienti Wind: lo ricevono i consumatori che, in tempi trascorsi, hanno avuto un contenzioso con Wind stessa. E’ strano questo atteggiamento in un momento in cui, commercialmente, i vari gestori telefonici si fanno battaglie commerciali mai viste, però con Wind è così, e c’è poco da fare: questa è la sua regola. Chi ha avuto contenziosi, viene bloccato. I tempi cambiano, ma non si sa come. Si vedrà.

Banche popolari: varato il decreto per il rimborso dei risparmiatori

Finalmente varato il decreto per il rimborso dei risparmiatori, tristemente coinvolti nei crack delle note banche popolari. È previsto un congruo rimborso alle fasce più deboli, ma ciò non è detto che possa soddisfare gli astanti. Si guarderà nei prossimi giorni come evolverà la situazione, per poter anche dare consigli su come agire.