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Ricevute di pagamento: quando buttarle?

Tutti i pagamenti che effettuiamo, qualsiasi sia il motivo, comportano la consegna di una ricevuta, che va conservata per un determinato periodo di tempo al fine di provare l’avvenuto pagamento. Il periodo trascorso il quale si può buttare la ricevuta è variabile, e dipende dal motivo del pagamento: fattura di un artigiano, conto dell’albergo, acquisto di un bene, utenza, imposte e tasse richiedono tempi diversi.

Data la mole di documenti da conservare, può capitare che si smarriscano ricevute, oppure che vadano buttate per errore. Nel caso in cui arrivi la richiesta di dimostrare un avvenuto pagamento, se non si è in grado di recuperare il documento, vale la regola di valutare se la richiesta arrivi nei tempi giusti: se la richiesta è effettuata oltre il tempo limite, infatti, essa è da considerarsi nulla, e nulla deve essere dimostrato. Se si hanno dei dubbi, un associazione di consumatori può essere sicuramente d’aiuto.

Conservare lo scontrino, documento che prova l’acquisto

Lo scontrino fiscale o la ricevuta di pagamento bancomat costituiscono due dei fondamentali documenti che comprovano l’acquisto di un bene. Perché raccomandiamo di conservarli? Perché nel periodo estivo si è soliti fare tanti piccoli acquisti e buttare lo scontrino o la ricevuta del pagamento bancomat. Occorre ricordare quindi, soprattutto nel periodo estivo ed in zone di villeggiatura, di conservare sempre il documento che comprova l’acquisto di un bene.

Riparazione di un bene in garanzia

Quando un bene è ancora coperto da garanzia, la riparazione è un accordo tra il rivenditore ed il consumatore. Si scende ad un compromesso, ovvero si accetta di rimanere senza il bene per un periodo di tempo concedendo al rivenditore la possibilità di ripararlo. E’, quindi, una concessione che il consumatore fa al rivenditore e non viceversa. I termini della riparazione hanno però dei limiti ben precisi, primo fra tutti la durata della riparazione. Legalmente si deve scrivere nella parte retrostante lo scontrino il periodo di durata della riparazione e la data di restituzione.
Se il rivenditore viene meno a questo fatto, il consumatore ha diritto ad un bene uguale a quello andato in riparazione o alla restituzione della somma spesa. È un aspetto fondamentale della garanzia che spesso porta il consumatore ad un’insoddisfazione, ingiustificata ma dipendente da sua negligenza perché la legge lo tutela come sopra detto.

Sofferenze bancarie

I crediti ritenuti inesigibili, chiamati sofferenze bancarie, sembrano uno dei nodi fondamentali del nostro sistema bancario. Essi ci sono sempre stati ma, adesso, ne esaltano la presenza. Infatti, fino a qualche mese fa, le sofferenze bancarie venivano acquistate da agenzie di recupero crediti. Erano operazioni importanti, perché si parlava sempre di somme molto cospicue. Dove sono finite queste agenzie di recupero crediti? Perché lo Stato non rivende ad esse le sofferenze bancarie e non le lascia più negoziare con l’agenzia di recupero crediti? Il dilemma esiste e, come al solito, pone diversi interrogativi.

Fondo interbancario di tutela dei depositi: cosa copre

Il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD) fu costituito nel 1987, inizialmente ad adesione volontaria; dal 2011 è un consorzio obbligatorio avente come scopo la tutela dei depositi su conti correnti bancari (e non solo). Ad esso devono aderire tutte le banche italiane aventi come forma societaria la spa; le succursali di banche comunitarie operanti in Italia aderiscono su base volontaria, la qual cosa è finalizzata ad integrare la tutela offerta dal sistema di garanzia dello Stato di appartenenza. Sul sito ufficiale del fondo è possibile consultare l’elenco delle banche aderenti:

Banche consorziate

Il fondo copre depositi nominativi (conti correnti, depositi a risparmio nominativi, certificati di deposito nominativi, buoni fruttiferi); in pratica, si tutela il risparmio, ma non l’investimento, fino ad un importo a persona di 100.000 Euro. Le banche di credito cooperativo non aderiscono in quanto esse stesse hanno costituito un fondo che presenta caratteristiche simili; anch’esso copre fino a 100.000 Euro a persona.

Il BancoPosta non aderisce a questa istituzione, poiché i depositi su conto corrente BancoPosta e tutti i titoli postali sono garantiti direttamente dallo Stato.

Rispetto della garanzia di prodotti particolari (rasoi, tagliacapelli, regolabarba)

Quando ci si reca da un rivenditore di beni, si può chiedere il rispetto della garanzia in tre modi: sostituzione integrale dell’apparecchio con un altro di pari qualità, restituzione dei soldi, oppure si concorda una riparazione o comunque si tiene l’oggetto anche se non risponde al 100% delle caratteristiche promesse richiedendone il minor valore. Questa garanzia vale per tutti i beni.

Se da un rivenditore di elettrodomestici si è acquistato un apparecchio tipo rasoio, taglia barba, tagliacapelli o qualcosa di simile, la garanzia non cambia, quindi è contestabile il fatto che il prodotto non venga sostituito e rimborsato o sostituito con altro di pari qualità solo perché l’apparecchio va a contatto con la pelle.
La legge non parla di pelle, né di capelli; la legge dice quanto all’inizio dell’articolo, ovvero che il bene va rimborsato, o sostituito, o concordemente riparato; oppure, se le caratteristiche non sono completamente rispettate, viene conteggiato un minor valore, il che si traduce in una restituzione di danaro al consumatore. Non fatevi ingannare, quindi.

Ancora banche

Il nodo delle banche è venuto al pettine. Troppe le sofferenze – soldi prestati che non potranno più rientrare – che il sistema bancario sta in un qualche modo scontando. Alcune banche importanti, ma non solo quelle, dovranno ricevere sovvenzioni pubbliche, nella fattispecie dal governo, per sanare i propri bilanci. Ci si appella all’Europa sperando che questa contribuisca all’operazione. Anche le borse sono in attesa di vedere come si risolverà la questione. Questa settimana sarà decisiva.

Truffe “energetiche” relative a contratti luce e gas

Ormai i confini delle truffe ai consumatori non hanno più limiti. Anche oggi si è presentato nei nostri uffici un consumatore che aveva subito l’ennesima angheria di un gestore di energia alternativo a quelli classici.
Abbiamo tranquillizzato il consumatore che, di propria iniziativa, aveva già provveduto a disdire il nuovo contratto, peraltro mai firmato, e rientrare con il vecchio gestore energetico. L’abbiamo inoltre tutelato per quanto riguarda il futuro. Gli abbiamo offerto di assisterlo qualora l’abusivo gestore inviasse bollette o documenti che pretendono danaro.
La miglior difesa è comunque quella di prevenire questi contratti e, appena se ne è in possesso, rivolgersi subito ad un’associazione di consumatori che, conoscendo bene le prassi per uscire da questi inganni, fornirà immediatamente ed efficacemente assistenza.

Transazioni superiori a € 30

Dal 1° luglio 2014 è obbligatorio che le transazioni superiori a € 30 vengano effettuate con sistemi tracciabili, ovvero con sistemi attraverso i quali si possa ricostruire il percorso di anche soli € 30. Per quella data, i commercianti più ligi adottarono dei pos e pattuirono delle commissioni che, seppur minime, erano sempre a carico del commerciante che, di conseguenza, le trasferiva sui costi di gestione aumentando inevitabilmente i prezzi dei prodotti venduti. Ci si chiedeva, allora, quali sarebbero state le conseguenze per chi, invece, non si fosse messo in regola. Bene, come tante cose fatte all’italiana, chi non si è messo in regola, a tutt’oggi non rischia alcuna sanzione. Per cui i commercianti diligenti che hanno adottato il sistema sono passati per i meno furbi degli altri.

Progetto Atlante: cos’è

Cos’è il progetto Atlante? È un progetto finanziario, ideato dall’attuale governo in carica, per vendere in un mercato parallelo le sofferenze bancarie. In buona sostanza, quando le banche hanno delle sofferenze, ovvero debiti che saranno difficilmente rimborsati da coloro che hanno ottenuto prestiti o mutui, la banca dice che quella somma di denaro viene accantonata come sofferenza. Molte di queste sofferenze, quindi, potrebbero non essere rimborsate nel medio e lungo termine. Il governo ha pensato bene di creare un mercato parallelo per la vendita di queste sofferenze e di garantire in prima persona quelle che esso stesso valuta solvibili. Il mercato che risulterà sarà un misto di titoli solventi ed altri assolutamente insolventi, ma gli interessi che si otterranno nell’acquisto di questi titoli sarà sicuramente allettante. Attenzione, perché dove si guadagna molto c’è altrettanto elevato rischio.