Scuola: POF e PTOF, cosa significano?

In tempo di sigle anche queste hanno una loro ragione di essere.

Il POF (Piano Offerta Formativa) è diventato PTOF (Piano triennale dell’’offerta formativa) con la Legge de ““La Buona Scuola””. E’’ un documento costitutivo dell’’identità culturale e progettuale dell’’Istituto dove viene esplicitata la progettazione curricolare, extra-curricolare, educativa ed organizzativa del prossimo triennio (dall’’a.s. 2016/17 sino all’’a.s. 2018/19).

Nel PTOF devono essere indicate con ordine preferenziale le priorità strategiche dell’Istituto, il Piano di miglioramento, la progettazione curricolare, extra-curricolare, educativa ed organizzativa del triennio, la programmazione delle attività formative rivolte al personale docente, il fabbisogno di attrezzature e infrastrutture materiali dell’’Istituto stesso.

Truffa telefonica attuata attraverso numeri con prefisso 02

A seguito di varie segnalazioni ricevute da numerosi utenti, siamo a denunciare una truffa che viene attuata tramite numerazioni che iniziano col prefisso di Milano, ossia 02. Inizialmente la truffa veniva attuata con numerazioni estere che contattavano ignari utenti sottraendo credito con il meccanismo del roaming: difatti, essendo telefonate mute provenienti da software, spesso gli utenti erano indotti a richiamare il numero in questione, determinando quindi un addebito sul proprio conto telefonico. Per rendere ancor più efficace la truffa, tali numerazioni estere venivano mascherate con prefissi italiani, superando quindi eventuali diffidenze dell’utente medio.

Poiché l’addebito avviene solo in caso di richiamata del numero incriminato, invitiamo l’utenza a verificare la reale esistenza di numeri sconosciuti tramite i numerosi servizi sul web finalizzati a tal scopo (es. pagine bianche, chi chiama chi, ecc…). I numeri incriminati, individuati sino ad ora, sono : +39 02 692927527, +39 02 22198700, +39 02 80887028, +39 02 80887589, +39 02 80886927.

Attualmente è in corso un’indagine della Polizia Postale di cui vi daremo nota qualora emergessero nuovi rilievi.

Il 31 ottobre scade il termine ultimo per pagare il canone Rai con F24. Chi deve pagarlo?

Tanti utenti sono allarmati perché nei notiziari Rai viene diffuso il comunicato che il 31 ottobre scade il pagamento del canone Rai con modello F24. Questa procedura è dovuta da tutti coloro che non hanno ricevuto l’addebito del canone Rai nelle bollette della luce. Infatti, vi sono persone che sono in possesso di un televisore senza, evidentemente, avere un contratto di fornitura di energia elettrica, e per questo si troverebbero ad evadere il pagamento del canone. Per non evadere occorre pagare entro il 31 ottobre il canone Rai con il modello F24. Per maggiori informazioni leggere la pagina sul sito dell’agenzia delle entrate.

Agenzia delle entrate – Canone Rai

Mense scolastiche: hanno ragione i genitori ad arrabbiarsi?

Secondo i dati raccolti da CittadinanzaAttiva, ad un bambino su tre non piace la mensa, uno su 10 dice che le porzioni non vanno bene; per le famiglie il costo della ristorazione è troppo caro (soprattutto al Nord), c’’è rumore in refettorio ed una realtà su quattro circa consuma il pasto in locali inadatti.

La regione più cara è la sede dei principali operatori di ristorazione collettiva, l’’Emilia Romagna.

Truffe telefoniche: mai rispondere sì ai call center

Sono in aumento le truffe telefoniche da parte di gestori che, tramite call center, propongono a chicchessia piani telefonici più vantaggiosi di quelli che l’interlocutore ha. Anche se ciò fosse vero, consigliamo vivamente di non rispondere mai sì alle domande che vengono poste dagli operatori del call center, perché ciò è sufficiente per iniziare una contrattualizzazione che, in caso di contenzioso, risulterebbe a favore del gestore telefonico.

Quindi, mai accettare offerte telefoniche e pronunciare il fatidico sì. Nel caso ciò capitasse, consigliamo di rivolgersi al nostro sportello telefonia i cui recapiti sono:

Email: sportellotelefonia@tutelaconsumatori.it
Tel. cell. 331 7627666

L’italiano, lingua da esportazione

Il 19 ottobre 2016 è stata la “Giornata ProGrammatica” dedicata alla promozione della lingua italiana.

Il tema di quest’’anno è stato ““L’’italiano e la creatività””.

L’’italiano piace tanto che la Farnesina ritiene la promozione della lingua italiana una “priorità assoluta per la nostra politica estera.”

E’’ la seconda edizione degli Stati generali della lingua italiana, organizzata dal Ministero degli Esteri nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio a Firenze.

Un dato: due milioni e mezzo di giovani nel mondo studiano l’italiano.

Italiani, napoletani o siciliani

Alcune scuole dell’’Inghilterra e del Galles, con scrupoloso amore per i dettagli, hanno posto una domanda agli Italiani che decidevano di iscriversi: siete italiani” oppure “italiani-siciliani” o
“italiani-napoletani”?

Le scuole si difendono dicendo che lo hanno fatto a fin di bene. Volevano evitare spiacevoli episodi di discriminazione.

Questi moduli pubblicati in rete hanno provocato proteste e sdegno, tanto che è dovuto intervenire l’’ambasciatore italiano chiedendo l’’immediata “rimozione” di questa caratterizzazione pseudo-etnica.

Qualcuno avvisi che siamo un Paese Unito dal 1861;… e parliamo di integrazione??!?

Il Foreign Office ha promesso di correggere i moduli e di far cancellare ogni traccia di possibili offese.

Nuove tecnologie e bambini

Un’indagine recente promossa da Ing Direct ha fotografato il mondo infantile sempre in rapido e costante mutamento.

L’indagine è servita a lanciare un’iniziativa che ha come obiettivo l’individuazione ed il sostegno di progetti che aiutano i bambini a crescere tramite un utilizzo creativo e responsabile delle tecnologie.

L’dea di base è che le tecnologie non siano né buone né cattive, ma che a fare la differenza sia l’uso che se ne fa. I bambini (1-4 anni) dimostrano una capacità precoce di apprendimento nell’uso delle nuove tecnologie e dei dispositivi tattili. Li usano senza alcuna difficoltà, imparano l’alfabeto, nuovi vocaboli e linguaggi, giocano, disegnano, fanno di conto.

Il tablet è uno strumento fantastico, ma la domanda è se l’uso fin dalla tenera età potrebbe incidere sulla creatività dei nuovi nativi digitali in erba. Con il tablet si fanno molte cose,  ma probabilmente (questa è la mia idea!)  un foglio di carta ed un pennarello potrebbero essere migliori strumenti di creatività e di stimolo alla ricerca di nuove forme di espressione individuale.

Molti timori sono espressi in genere da psicologi dell’età evolutiva che ben conoscono l’importanza della capacità creativa nei bambini da 1 a 7 anni e come possa essere penalizzante negarla o limitarla, anche dentro confini tecnologici.

Altro rischio, secondo gli studiosi, è quello di scoraggiare l’interazione sociale in anni nei quali nel cervello del bambino avvengono importanti sviluppi neuronali e neurovegetativi e, conseguentemente, una minore capacità comunicativa.

Serge Tisseron, psichiatra infantile, ha coniato la regola del 3, 6, 9, 12, che suggerisce “nessuno schermo digitale fino a 3 anni compiuti, nessuna console di videogiochi fino a 6 anni, nessun accesso ad internet fino a 9 ed accesso completo alla rete solo dopo i 12 anni”.

Spesso la stessa percezione non è condivisa da genitori e parenti, che fanno a gara a regalare ai propri pargoli dispositivi di ultima generazione come smartphone e tablet.

Ma c’è anche chi sostiene che l’uso di tali strumenti non sia negativo, ma che vada, naturalmente, affiancato sempre da un adulto.

(M.M.)

Scuola: compiti a casa

E’ di questi giorni, ma per l’ennesima volta, una polemica sui compiti a casa.

La C.M. del 20 febbraio 1964 n. 6 dice: “Alla formazione culturale dell’alunno concorrono sia l’azione didattica, attuata nella più viva collaborazione tra docenti e discenti, sia il ripensamento individuale realizzato con lavoro personale dell’alunno a casa”.

Altre C.M. del 1965 e 1969 raccomandano di non sovraccaricare gli alunni, a casa,  di impegni di studio e soprattutto di considerare il fatto che questi potrebbero avere manifestazioni collaterali non proprio della scuola, quali attività sportive, ricreative e artistiche utili per la loro crescita a cui dedicare tempo.

Di recente (2006-2008) il ministro Giuseppe Fioroni in una intervista dichiarava che “i compiti dovrebbero essere svolti PREVALENTEMENTE in classe, in modo che a casa i ragazzi possano interessarsi ad altro: sport, gioco, varia socialità, natura…”. Proponeva poi l’istituzione di una commissione di esperti per dare indicazioni didattiche  al riguardo.

Siamo ancora in attesa di quei risultati pedagogici e didattici e intanto montano le polemiche e le “rivolte” dei genitori.

Più di recente il ministro Stefania Giannini ha promesso che con la riforma della Buona Scuola i compiti a casa diminuiranno.

Un mio pensiero?

Gli insegnanti dovrebbero insegnare ai discenti un valido metodo di studio per portarli ad amare la cultura libera-mente e le famiglie dovrebbero avere rapporti collaborativi con gli insegnanti per la crescita dei ragazzi.

“Non multa sed multum” (Quintiliano, Instit.,X,I,59).

(M.M.)