Proposta di modifica unilaterale del contratto da parte del gestore: come comportarsi?

La liberalizzazione del mercato dell’energia ha comportato, certamente, conseguenze positive in termini di convenienza e di ampliamento delle spettro delle scelte opzionabili da parte dell’utente. Allo stesso tempo, essa nasconde anche qualche insidia: una di esse è rappresentata dalla possibilità da parte del gestore di proporre una modifica unilaterale delle condizioni contrattuali alla scadenza del contratto medesimo

Tale opzione non può essere oggetto di trattativa da parte dell’utente ma può essere solo accettata o rifiutata. L’insidia risiede appunto nelle modalità con cui il consumatore può esprimere la propria volontà poiché, in caso d’inerzia, la proposta si riterrà accettata per tacito assenso. Ne consegue che l’utente dovrà necessariamente comunicare il suo eventuale rifiuto per iscritto, tramite una raccomandata con ricevuta di ritorno o l’utilizzo di una posta elettronica certificata.

Affinchè tale proposta possa ritenersi valida, è necessario che la comunicazione del gestore contenga, in oggetto, la dizione “Proposta di modifica unilaterale del contratto” e che pervenga all’utente almeno tre mesi prima della scadenza naturale del contratto stesso.

Qualora, al contrario, la variazione delle condizioni contrattuali venga applicata in virtù di un ‘indicizzazione prevista dal contratto medesimo o di un suo aggiornamento automatico, in questo caso il gestore non sarà tenuto ad inviare alcuna comunicazione.

Il CTCR invita gli utenti a prendere visione di ogni comunicazione inviata dal gestore ed a valutare attentamente eventuali variazioni delle condizioni contrattuali affinché risultino comprensibili e trasparenti.

Dieselgate, Volkswagen ammette le proprie colpe e paga 4,3 miliardi di dollari

Volkswagen chiude negli Stati Uniti la brutta vicenda del Dieselgate. La casa tedesca, dichiarandosi colpevole nella vicenda dello scandalo delle emissioni, ha confermato l’impegno a pagare 4,3 miliardi di dollari previsti dal patteggiamento con le autorità Usa.

Gli Stati Uniti hanno anche messo sotto accusa sei dipendenti di Volkswagen; dalla documentazione processuale emerge che Vw ha ingannato per anni le autorità di regolamentazione ed i propri clienti, mentre decine di dipendenti hanno distrutto documenti dopo lo scoppio dello scandalo avvenuto nel settembre 2015.

Il patteggiamento con gli Stati Uniti fa aumentare il costo del dieselgate a 23 miliardi di dollari negli Usa ed in Canada, e costringe la casa automobilistica ad aumentare gli accantonamenti per pagare multe e risarcimenti ai clienti che attualmente ammontano in totale a 18,2 miliardi di Euro.

Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca: proposte di rimborso a chi ha subìto perdite

I correntisti delle banche venete Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca hanno ricevuto una proposta di rimborso delle perdite subite. La proposta riguarda correntisti, obbligazionisti ed azionisti. Tutto bene, quindi? Non si direbbe, vista l’esiguità della cifra proposta come rimborso: il 15% delle somme perse.

L’unica categoria che potrebbe trarre vantaggio da questa proposta è quella degli azionisti, poiché difficilmente il titolo riprenderà quota fino a tornare al valore d’acquisto. Gli altri correntisti, invece, avendo sottoscritto piani di investimento a più basso valore di rischio, accettando l’offerta vedrebbero riconoscersi ingiustamente una cifra troppo bassa.

Le condizioni poste dalla banca per il successo dell’offerta sono le seguenti: la rinuncia a qualsiasi azione legale contro la banca e l’adesione di almeno l’80% dei potenziali aderenti all’accordo.

Da quanto esposto appare immediatamente che l’accordo proposto sia un capestro, vantaggioso solo per le banche, che vedrebbero realizzati gli obiettivi di ridurre al minimo le cause di risarcimento danni e mettere un freno al deflusso di liquidità.

Auspicabile, quindi che – discorso sugli azionisti a parte – i correntisti non cedano di fronte a condizioni così poco allettanti, optando, invece, per azioni di gruppo con l’obiettivo di ottenere rimborsi di ben maggior valore.

Telefonia mobile: abolizione del roaming dal 15 giugno 2017

Dal 15 giugno 2017 le tariffe roaming per l’uso dei telefoni mobili saranno abolite: lo ha stabilito la Commissione europea. Salteranno anche i limiti di tempo. Si tratta della seconda proposta operativa sull’abolizione del roaming, dopo quella, poi ritirata, che prevedeva inizialmente un regime di tariffe zero per 90 giorni al massimo in un anno e per periodi non superiori a 30 giorni consecutivi, una formula che andava a vantaggio dei viaggiatori occasionali.

Onde evitare abusi, come per esempio l’uso di una sim lettone a basso costo in modo permanente in Paesi dove i prezzi sono ben più alti, varrà il principio di residenza sotto il monitoraggio degli operatori tlc. In caso gli operatori individuassero anomalie o abusi potranno intervenire. Chi per esempio risiede in uno Stato e adotta sistematicamente una sim estera compie un abuso.

Vi sarà, quindi, la possibilità per chi viaggia ed usa una carta sim di uno stato membro in cui risiede o con il quale ha legami stabili di usare il telefono mobile in un altro stato alle stesse condizioni. Un esempio chiaro di ‘legame stabile’ è quello dei pendolari. Gli europei pagheranno prezzi nazionali per chiamate e trasmissioni dati.

Scontrino d’acquisto: ricordarsi sempre di tenerlo!

Lo scontrino che rilascia il commerciante all’atto dell’acquisto, oltre ad essere un adempimento fiscale obbligatorio per la maggior parte degli acquisti di beni o servizi, è l’unico documento valido per garantire che:

  • nel caso in cui il prodotto presenti difetti, nei due anni successivi all’acquisto, esso venga riparato in garanzia, sostituito o rimborsato;
  • nel caso di errato acquisto, entro il periodo stabilito dal codice del consumo, esso possa essere restituito senza penale alcuna.

In periodi di acquisti di regali come questo desideriamo ricordare di conservare sempre lo scontrino che, spesso, una volta consegnato il regalo, viene erroneamente buttato, perdendo così ogni diritto derivante dal codice del consumo stesso.

Banche popolari: il Consiglio di Stato sospende la trasformazione in SpA delle banche popolari

Il consiglio di Stato ha bocciati diversi aspetti della legge del 2105 che ha imposto alle banche popolari la trasformazione in spa entro la fine di quest’anno, a pena della perdita della licenza bancaria.
Questa decisione è favorevole ai risparmiatori. Se si effettua un prestito ad un ente, ad esempio una cooperativa, esso diventa prestito sociale e può essere soggetto a qualche forma di tutela.
Se, invece, il prestito va ad una spa, esso non è più classificabile come tale, ma diventa capitale di rischio; in sostanza, nel caso di conversione in spa delle popolari, i risparmiatori si sarebbero trovati ad accettare a posteriori il rischio d’impresa, e l’importo versato non sarebbe più stato tutelato.
Attendiamo ulteriori sviluppi in merito.

Fondo di garanzia dei depositi: funzionerà?

Il fondo interbancario di tutela dei depositi sta accettando richieste di risarcimento dei danni subiti dai risparmiatori. Purtroppo, s’è visto che tale fondo è privo di copertura. Le banche, d’altra parte, non solo non si sono dichiarate pronte a rimpolparlo, ma lamentano elevate sofferenze che, in altri termini, sono debiti. Ci si chiede come possa avviarsi un processo di rimborso con queste premesse.

Pratiche contrattuali scorrette: l’Authority sanziona Eni ed Enel

L’Authority ha comunicato di avere sanzionato Eni ed Enel per pratiche scorrette nella gestione dei contratti per un importo pari ad 1,7 milioni di euro.
Si tratta di due provvedimenti distinti che hanno entrambi comportato gravi violazioni del Codice del Consumo.

Difatti, Eni ha ricevuto una sanzione pari a 920.000 euro per avere omesso di notificare a 7300 utenti morosi la diffida ad adempiere, impedendo ai medesimi di poter sanare la propria posizione e costringendoli ad ingenti costi di ripristino delle forniture che erano state indebitamente interrotte; ciò ha determinato una grave violazione degli obblighi d’informazioni che il Gestore deve adempiere nei confronti dei propri utenti.

Enel si è invece vista comminare una sanzione pari ad 800.000 euro a causa di infrazioni commesse in relazione al servizio commerciale; più specificatamente, Enel si è resa responsabile di errata classificazione di reclami scritti e di rettifiche conseguenti a richieste di informazioni da parte degli utenti.

In un sistema di comunicazioni in cui le pratiche commerciali si fanno sempre più aggressive e poco trasparenti nei confronti dei consumatori, il CTCR plaude agli interventi dell’Authority ed invita tutti gli utenti a denunciare vessazioni ed abusi subiti e subendi da parte dei Gestori di Servizi.

Temporary store: negozi temporanei

Lo dice la parola stessa, ovvero negozi temporanei. Di solito nascono su prodotti a tema, tipo borsette, bigiotteria, e quant’altro. Durano due o tre mesi, massimo quattro, e vendono prodotti regolarmente acquistati.
Quindi è tutto regolare, anche il registratore di cassa che rilascia lo scontrino. Lo scontrino fiscale, quindi va mantenuto per, eventualmente, farsi riconoscere la garanzia sul prodotto acquistato, se e solo se questo ha dei difetti.
Purtroppo si perde la garanzia biennale sul prodotto, perché, trattandosi appunto di negozi temporanei, quando essi chiudono i prodotti venduti non sono più coperti da tale garanzia. È bene saperlo, basta regolarsi.
Questi negozi sono notoriamente molto convenienti, per cui la perdita della garanzia è compensata da un prezzo d’acquisto del bene molto ridotto.