la ricapitalizzazione di Mps, che dovrà essere approvata dall’assemblea straordinaria del prossimo 20-22 maggio, resterà il fattore catalizzatore su cui si concentrerà nei prossimi giorni l’attenzione degli investitori. Per gli analisti di Banca Imi (rating hold e prezzo obiettivo a 22 euro),una parte dei proventi rinvenienti dall’aumento di capitale potrebbe essere utilizzata per aumentare gli accantonamenti su eventuali perdite su crediti e per rimborsare parzialmente i Monti bond.
Riguardo alla ricapitalizzazione, Axa ha ribadito l’intenzione di partecipare pro-quota. Intervistato dal Corriere della Sera, l’ad di Axa Assicurazioni e Axa-Mps, Frederic de Courtois, ha confermato l’impegno del gruppo francese a sottoscrivere l’aumento. Inoltre de Courtois ha rimarcato l’intenzione di sviluppare un’alleanza più stretta con Mps nell’ambito della joint venture Axa-Mps attiva dal 2007 nel bancassicurazione vita, danni e previdenza.
In questo clima, particolare rilevanza hanno avuto i dati relativi alla trimestrale della Banca, cui accennavo ieri.
Al riguardo vi riporto l’articolo di Cesare Peruzzi su Il Sole 24 Ore: “Non mancano segni positivi nei conti del primo trimestre dell’anno di Banca Mps, dalla crescita delle commissioni (+3,2% su base annua, +10% rispetto al trimestre precedente) all’ulteriore discesa dei costi (-9,4% nei dodici mesi), anche se il risultato netto rimane negativo per 174 milioni rispetto ai 101,2 milioni dello stesso periodo del 2013.
Sulla perdita incidono gli oneri dei Monti bond (94,6 milioni) e 142,6 milioni di “adeguamento” al prezzo dei titoli Montepaschi spuntato sul mercato dalla Fondazione Mps rispetto al valore di carico dei Monti bond (è previsto dal contratto con il Tesoro), senza i quali il gruppo senese, come ha puntualizzato ieri in conference call l’amministratore delegato Fabrizio Viola, «avrebbe chiuso l’esercizio del trimestre in sostanziale pareggio».
Questo spiega l’ottimismo con cui i vertici della banca guardano al prossimo aumento di capitale da 5 miliardi, che sarà sottoposto all’approvazione degli azionisti il 20-21 maggio, finalizzato a rimborsare 3 dei 4 miliardi di Monti bond sottoscritti dallo Stato, il cui costo per Rocca Salimbeni è di 380 milioni all’anno. E spiega anche l’attesa positiva del mercato: +5,1% a 0,24 euro il titolo in Piazza Affari.
«La banca sta producendo risultati, non solo sul versante del bilancio con il rafforzamento della posizione di liquidità e capitale, ma anche dal lato commerciale e quindi del conto economico – ha detto Viola -. Il margine d’interesse è migliorato del 4,3%, le commissioni sono in ripresa e il continuo efficeintamento ha determinato un calo dei costi del 3,8% sul trimestre precedente. Il risultato prima delle tasse – ha aggiunto – ha avuto una evoluzione positiva e, al netto delle componenti straordinarie, è in equilibrio».
Nei primi tre mesi del 2014 il Monte ha incrementato anche raccolta e clientela: +3,4% il risparmio gestito, +3,3% i depositi, +8,8% quelli vincolati e +0,4% la raccolta complessiva. I nuovi conti correnti sono 21mila. «la ristrutturazione in corso sta accelerando la nostra capacità di centrare gli obiettivi – ha commentato l’amministratore delegato del gruppo -. Forse potremo raggiungere i nostri target più rapidamente rispetto alle previsioni di piano, anche se questo lo potremo verificare solo nei prossimi mesi».
Entro la prima metà di quest’anno, Banca Mps cederà 500 milioni di crediti in sofferenza, su un portafoglio di circa 22 miliardi di crediti deteriorati. L’operazione, come ha confermato il cfo Bernardo Mingrone, è in fase di finalizzazione. «Nelle prossime settimane rimborseremo altri 2 miliardi di prestiti triennali della Bce, scendendo così a 22 miliardi di esposizione verso l’Eurotower», ha detto ancora Mingrone, specificando che l’intero rimborso dei fondi arrivati da Francoforte sarà completato entro febbraio 2015.
I vertici del Monte hanno ribadito che l’operazione Monti bond sarà chiusa in contanti, non in azioni, grazie all’aumento di capitale previsto che permetterà di restituire 3 dei 4 miliardi, mentre altri 600 milioni sono in programma entro il 2015. C’è ottimismo anche per gli esami europei: «Abbiamo incrementato l’aumento di capitale a 5 miliardi proprio per avere un cuscinetto maggiore e i nostri requisiti patrimoniali ci fanno ben sperare», ha detto Viola. Su base pro-forma, dopo l’aumento e il rimborso dei 3 miliardi di Monti bond, il coefficiente patrimoniale della banca senese secondo i requisiti di Basilea 3 sarebbe del 13,3% (Cet 1) rispetto al 10,8% di adesso”.
Non saranno tutte “rose e fiori”, ma alla fin fine si comincia a parlare seriamente di rimborsare i debiti, fissando anche le scadenze.
Per una valutazione più attenta va comunque tenuto presente che gli aiuti di Stato (i Monti bond) hanno pesato ancora una volta sui conti del Monte dei Paschi di Siena ,che sarebbero potuti tornare in pareggio per la prima volta dallo scandalo derivati della gestione Giuseppe Mussari. La banca senese è arrivata infatti al traguardo del primo trimestre con un risultato in perdita per 174,1 milioni di euro, dovuto agli effetti straordinari legati ad alcune clausole del contratto siglato col ministero dell’economia per incassare i 4 miliardi e passa di sostegno pubblico.
In particolare, a trascinare in rosso il trimestre è stata la rideterminazione del valore di rimborso dei Monti bond legato al corrispettivo che la Fondazione Mps ha comunicato di aver ricevuto per la cessione delle azioni. Per il solo fatto che l’Ente ha venduto le proprie quote a un prezzo medio superiore rispetto a quello espresso dal titolo in Borsa, la banca ha dovuto pagare un onere una tantum di 142,6 milioni che si va ad aggiungere ai 94,6 milioni di interessi dovuti al Tesoro.
Per finire, cresce l’attesa per le risposte del ministero dell’economia e Bankitalia per l’autorizzazione alla cessione del 6,5% della Fondazione Mps ai due soci sudamericani, Fintech e Btg Pactual, e al patto di sindacato siglato tra gli stessi sul 9 per cento. Secondo quanto appreso, i verdetti potrebbero arrivare nelle prossime 24-48 ore. Se così fosse l’operazione si perfezionerebbe entro il termine stabilito del 15 maggio, in tempo per il voto sulla ricapitalizzazione.