Ve l’ho già detto, vero, che le notizie sul Monte dei Paschi sono ridotte al lumicino?
Ieri, a parte la new che Mps ha chiuso il trimestre con una perdita di 174,1 milioni (da un rosso di 101 milioni nello stesso periodo dell’anno scorso) per «significati-ve componenti non ricorrenti», ho trovato solo questo articolo di Paolo Bracalini, pubblicato sul sito de Il Giornale.
Lo bene che, dopo averlo letto, qualcuno penserà che io ce l’ho con Siena. E vi as-sicuro che non è così!
E siate altrettanto certi che non sono tan-to ingenuo da non capire che il periodo elettorale influenza la stampa, diciamo, “non propriamente allineata” con l’attuale Governo.
Ma tant’è!
L’articolo tende a illustrare come la “crisi” della Banca si sia allargata a macchia d’o-lio su tutte le istituzioni cittadine: politi-che, sanitarie, culturali e financo sportive.
Ecco il pezzo: “Il «groviglio armonioso» di poteri (banca, partito, città) si è tramuta-to, come temeva qualcuno, in «groviglio bituminoso». Da città modello, ricca, au-tarchica – con la quarta banca nazionale tra le mura di casa – a esempio negativo di intreccio tra politica e affari.
La roccaforte (rossa) si sgretola e i pezzi franano uno dopo l’altro. «Non ruberete anche la nostra fede» scrivono i tifosi del Mens Sana Siena, la squadra di basket cittadina, sullo striscione srotolato davanti a Rocca Salimbeni, sede del Monte dei Paschi.
Anche loro, a cascata dopo i guai della banca, stanno andando a rotoli. La socie-tà è in liquidazione da febbraio, dopo che i soci non hanno approvato un bilancio in perdita per 5,4 milioni di euro. Non basta, perché un’indagine della Gdf ha portato all’arresto dell’ex presidente della Mens Sana, Ferdinando Minucci, per «attività di frode fiscale finalizzate al pagamento in nero a noti campioni della società sporti-va». Il club senese non potrà iscriversi al prossimo campionato, e rischia di vedersi revocati gli scudetti vinti. Il Mps c’entra anche col default della pallacanestro a Siena, come in tutto. La banca, sotto la guida di Giuseppe Mussari, l’ex presidente indagato, grande tifoso della Mens Sana, ha riempito di soldi le casse del club, qualcosa come 100 milioni di euro in set-te anni, coprendo di fatto le spalle ai ver-tici del club per le spericolate operazioni che hanno portato la squadra alla banca-rotta. Proprio quel «sistema Mens Sana» (8 scudetti) che Walter Veltroni, da se-gretario del Pd, celebrava come modello da seguire, scherzando in pubblico con Mussari sulle sue «gufate» in occasione delle partite con la Virtus Roma. Il grovi-glio bituminoso.
Per la banca Mps, alle prese con un au-mento di capitale per risalire dal baratro, i pm hanno chiesto l’archiviazione dell’in-dagine per responsabilità oggettiva. Re-sta in piedi quella sui suoi ex vertici, Mus-sari e Vigni (ex direttore generale), che nella scellerata acquisizione di Antonve-neta ad un prezzo fuori mercato avrebbe-ro agito, scrivono i magistrati, in base ad «interessi e sollecitazioni esterne alla banca, e ascrivibili in prima battuta al pa-norama politico locale e nazionale». Per soddisfare cioè il partito di riferimento dei top manager Mps, il Pd. Quel groviglio nefasto che ha affossato anche i conti di un’altra istituzione cittadina, l’Università (colonizzata dal partito: dall’ex ministro Luigi Berlinguer alla moglie di D’Alema). L’Ateneo ha accumulato perdite per 200milioni di euro, un crack – anche qui coperto in passato dalle generose mani-che di Mps – su cui indaga la magistratu-ra, che l’anno scorso ha rinviato a giudi-zio 14 persone, tra cui due ex rettori, di-rettori amministrativi e i revisori dei conti. Secondo l’accusa gli indagati avrebbero «gonfiato bilanci per far apparire sano lo stato di salute dell’istituzione contabiliz-zando residui attivi inesistenti per decine di milioni». Giochi di prestigio molto simili a quelli avvenuti in Mps, e nel club di ba-sket finanziato da Mps. Un groviglio cri-minoso.
I tentacoli arrivano ovunque a Siena. È finita al vaglio della Corte dei conti la re-lazione dell’ex commissario comunale (la giunta si era sciolta nel 2012) che quanti-ficava in 16 milioni il rosso delle casse del Comune di Siena, che si aggiungono a 300 milioni di debiti pregressi, malgrado i 230 milioni pompati nell’ultimo decennio dalla Fondazione Mps. Grane anche all’Asl di Siena, dove le indagini hanno accertato un buco di 10 milioni di euro (anche se si sospetta sia più profondo) e su cui la Procura di Firenze ha aperto un’inchiesta, che ha toccato anche l’ex direttore gene-rale dell’azienda sanitaria senese, Laura Benedetto. Moglie del governatore Pd della Toscana, Enrico Rossi (ex assessore regionale alla Sanità).
E il Siena calcio? Il club è in profonda cri-si e ha sfiorato il fallimento trovando un accordo con i creditori (a febbraio i debiti ammontavano a 1,5 milioni di euro, e il presidente Massimo Mezzaroma è pronto a vendere. In altri tempi sarebbe interve-nuta Mps, ma ora le cose sono cambiate, come ha spiegato il sindaco Pd (renziano) Bruno Valentini: «Mps ha le mani legate perché è sotto finanziamento governativo e sta facendo fronte all’aumento di capi-tale». Nel frattempo è partita la spending review del Siena. I calciatori pranzano a casa e vanno allo stadio con la propria auto. Aboliti anche alberghi e ritiri, per evitare il crack che incombe su tutte le antiche e gloriose istituzioni di Siena, feudo di partito. Il groviglio fallimentare”.
Non c’è nulla da aggiungere, se non che ciascuno di voi è ovviamente libero di far-si, o tenersi, la propria opinione.
Un abbraccio a tutti.