A seguito dell’accorpamento del canone Rai alla bolletta dell’energia elettrica, essa si è tramutata ben presto nella tassa meno evasa dagli italiani. Difatti, l’indotto, fatturato dalla Società concessionaria in esclusiva del servizio pubblico radiotelevisivo in Italia, sarebbe circa di 350 milioni di Euro.
Secondo calcoli più approfonditi, tale cifra deve essere ridotta di circa 27,1 milioni di Euro i quali sarebbero imputabili a soggetti aventi diritto ad una ipotesi di esenzione tra quelle previste dalla normativa vigente. Si tratterebbe, quindi, di quote indebitamente sottratte in quanto i destinatari avrebbero diligentemente adempiuto a tutte le formalità previste dalla legge affinché venisse loro riconosciuta l’esenzione.
Tale errore è certamente imputabile alle modalità di addebito della suddetta tassa che viene riscossa direttamente dalla compagnia elettrica senza possibilità di opporre al gestore la propria esenzione; questa dovrà essere vagliata invece dall’Ufficio Torino 1 delle Agenzie delle Entrate.
Sarà il suddetto ufficio ad individuare gli aventi diritto al rimborso e a darne comunicazione alle compagnie elettriche interessate, le quali dovranno provvedere, tramite accredito nella bolletta di prima emissione, all’eventuale rimborso entro, e non oltre, 45 giorni a partire dal momento in cui hanno ricevuto la comunicazione del Fisco.
In caso di mancato rimborso, il contribuente danneggiato potrà rivolgersi direttamente all’Agenzia delle Entrate competente, la quale provvederà a mezzo di bonifico bancario o assegno.
Il CTCR Invita tutti consumatori interessati a verificare attentamente i prospetti delle bollette elettriche riguardo alla voce “rimborso canone di abbonamento alla televisione per uso privato” affinché possano avere contezza dell’effettiva restituzione del canone, versato indebitamente.