Nei prossimi giorni la procura di Arezzo chiederà il rinvio a giudizio di trenta direttori di filiale di Banca Etruria per truffa aggravata. La stessa sorte toccherà ai funzionari di vertice, i quali inviarono disposizioni affinché si cercasse di coinvolgere il maggior numero possibile di investitori anche tra chi non aveva un profilo di rischio adeguato.
Due funzionari della direzione generale sono accusati di avere trasmesso una mail che intimava di coinvolgere nella sottoscrizione anche la clientela “retail” e non soltanto quella professionale. A confermarlo sono stati gli stessi direttori di filiale durante l’interrogatorio. Poiché hanno mostrato di essere consapevoli del danno provocato ai clienti, per loro è scattato il concorso nello stesso reato.
Sorge spontanea una domanda: è sensato chiedere i danni a questi trenta direttori di filiale? Il CTCR ritiene che, stante l’importo di notevole entità che dovrebbe risarcire i risparmiatori truffati, i direttori coinvolti non sarebbero solvibili.
Quindi, si seguiranno altre strade.