Quelli di voi che hanno partecipato alle as-semblee per la presentazione della piattafor-ma di rinnovo del nostro Contratto Nazionale, ricorderanno sicuramente l’impegno preso dai nostri Sindacati di presentare alla controparte, prima dell’avvio della trattativa, un documen-to tendente ad individuare un nuovo modello di Banca.
Siccome il Sindacato solitamente gli impegni li rispetta, ecco che mercoledì detta proposta è stata illustrata alla delegazione dell’ ABI.
Per motivi di spazio non posso riportarvela interamente, per cui vi invito ad andarla a vi-sionare nel nostro sito www.uilca.it
Quali sono state le reazioni a detta presenta-zione?
In primis vi riporto quanto scritto sull’evento da Cristina Casadei su Il Sole 24 Ore: “I sin-dacati dei bancari ieri a Palazzo Altieri si so-no cimentati nella scommessa, molto apprez-zata da Abi, di affiancare alla tradizionale piattaforma rivendicativa un documento inti-tolato «Per un modello di banca al servizio dell’occupazione e del paese». Le distanze tra le parti rimangono abissali, come è stato riba-dito, al punto che nei giorni scorsi i banchieri hanno invocato una maggiore vicinanza del Governo al negoziato.
Da un certo punto di vista il documento è una sorta di piattaforma parallela che cerca di fare passare certi ragionamenti sul ruolo delle banche. Una riflessione molto utile e puntuale che però non ha molto a che vedere con il contratto, salvo che per le ricadute sull’orga-nizzazione del lavoro che potrebbero derivare dalle proposte dei sindacati. Non vi è infatti nessuna traduzione concreta in termini di mi-sure e disponibilità su un tema come gli in-quadramenti. Si tratta comunque di una mo-dalità innovativa che apre il negoziato a una discussione ampia sul settore, al di là del con-tratto tout court. Lando Maria Sileoni, segre-tario generale della Fabi spiega: «Vogliamo condividere con la controparte un modello di banca per creare ricavi, nuove attività e nuova occupazione. Vogliamo salvaguardare posti di lavoro e contemporaneamente potere d’acqui-sto dei lavoratori. Ci aspettiamo risposte con-crete prima sulla piattaforma e poi sul model-lo di banca, fatto salvo che l’unica piattaforma è quella approvata dai lavoratori. Sul costo del lavoro le banche sono già pesantemente intervenute, adesso vogliamo risposte chiare sulle consulenze e sugli alti stipendi dei manager».
Il documento ruota intorno a 3 temi: nuovo modello di banca, nuova occupazione e con-trattazione e salario. Nel testo si legge che «il settore a fine 2015 potrebbe arrivare a contare meno di 300mila dipendenti contro i 338mila degli anni precedenti la crisi. In Italia a diffe-renza di altri Paesi europei come la Germania si è ridotto maggiormente il numero dei di-pendenti che quello delle filiali». Per questo bisogna cambiare rotta. È sull’occupazione, innanzitutto, che serve invertire il trend. Per Agostino Megale, segretario generale della Fisac, «Abi si deve scordare di contrapporre occupazione a salario: il contratto dovrà avere come priorità assoluta la difesa dell’occupa-zione e dei salari. Noi proponiamo un model-lo di banca che, nel difendere l’occupazione e l’area contrattuale che rivendichiamo nella nostra piattaforma, è capace di guardare all’in-teresse generale del nostro paese».
Il settore bancario per i sindacati non è stato in grado di definire percorsi di sviluppo ade-guati al nuovo contesto. Agisce prevalente-mente in una logica di riduzione dei costi, con abbattimento del numero degli sportelli e dei dipendenti. Giulio Romani, segretario genera-le della Fiba, spiega che «pur condividendo con Abi l’analisi di un settore in sofferenza ci distinguiamo per le soluzioni, che non posso-no essere la riduzione del personale e del red-dito. Ma scelte che producano ricavi e nello stesso tempo, sviluppo per il paese». Una proposta che, aggiunge Massimo Masi, segre-tario generale della Uilca, «è costruita su dati e numeri precisi, diversamente dai piani delle banche che vengono presentati a ripetizione, senza raggiungere gli obiettivi prefissati. Il modello organizzativo dovrà essere pensato caso per caso».
Banche al servizio del paese per i sindacati significa che i bancari dovranno essere sul territorio e occuparsi di un’ampia rosa di atti-vità che vanno dal fido alla consulenza strate-gica all’impresa. In particolare i sindacati hanno ricordato ai banchieri che in Italia ci sono 4 milioni di piccole e medie imprese da sostenere per favorire la loro crescita dimen-sionale. Questo apre spazio a quelli che i sin-dacati chiamano i centri di consulenza su pro-cessi di concentrazione, operazioni di ricapi-talizzazione, processi di innovazione, assi-stenza alle quotazioni in borsa, alle esporta-zioni, ma anche fiscale e normativa. La rifor-ma del sistema bancario per i sindacati passa poi dallo scorporo tra banca commerciale e banca d’investimento, la costituzione di con-sorzi di back office e di consorzi di banche per realizzare le infrastrutture utili al paese. Il 23 giugno le risposte di Abi”.
Cristina Casadei sottolinea testualmente che “le distanze fra le parti rimangono abissali”, e per la verità non è che il documento unitario del Sindacato, a commento dell’incontro, fac-cia intravvedere cose diverse.
Ecco il testo del volantino: “Nella giornata di oggi si è svolta la riunione in ABI per la pre-sentazione della proposta sindacale sul nuovo modello di banca, secondo quanto preannun-ciato nelle assemblee di presentazione della piattaforma.
All’inizio dell’incontro l’ABI ha rappresentato alle organizzazioni sindacali una sintesi del-l’incontro intervenuto in mattinata tra una de-legazione dell’ABI stessa e il Ministro dell’E-conomia Pier Carlo Padoan, durante il quale è stata rappresentata la situazione del settore, anche in relazione alla nuova regolamenta-zione bancaria unica europea.
In questo ambito l’ABI ha sottolineato l’inso-stenibile situazione di disparità che ancora coinvolge le banche italiane rispetto a quelle degli altri Paesi europei soprattutto in tema di fiscalità.
Le OO.SS., preso atto dell’avvenuto incontro, hanno illustrato a controparte la proposta ela-borata unitariamente dal sindacato di catego-ria per la costruzione di un nuovo modello di banca al servizio dell’occupazione e del Pae-se, che distribuiremo attraverso le strutture.
La Delegazione ABI, guidata da Francesco Micheli, dopo alcune richieste di chiarimenti e di dati, si è soffermata sulla necessità di aumentare i ricavi, attività sulla quale le parti contrattuali possono incidere solo parzialmen-te.
Sul modello di banca, ABI ha sottolineato come i deboli segnali di ripresa siano lontani dal consolidamento e ha ribadito come senza ricavi sia impossibile mantenere gli attuali li-velli occupazionali, anche per effetto del di-rompente impatto dell’innovazione tecnologi-ca.
Le OO.SS.hanno sottolineato come la contrat-tazione vada ancorata alla piattaforma appro-vata dalla categoria e su quella vadano misu-rate le distanze tra le parti negli incontri e-splorativi già programmati per il 23 ed il 30 di questo mese”.
Come si vede non è che si possa parlare di passi avanti nella trattativa.
Anzi, quelli già programmati per il 23 ed il 30 giugno vengono ancora definiti “incontri e-splorativi”, per cui si può concludere che l’andamento del confronto non è ancora favo-revole.
Ma senza dubbio questi incontri saranno im-portanti per i nostri sindacati per valutare la reale volontà di ABI di trattare sia la piatta-forma che il nuovo modello di banca presen-tato.