per completare il panorama sull’ultima operazione della Fondazione manca il “sentiment” della città. Pur non volendo attribuire al sito senese ilcittadinoonline il ruolo di portavoce degli umori dei cittadini, lo stesso rappresenta pur sempre una cartina di tornasole, ed è quindi interessante leggere gli articoli pubblicati da un cronista che si firma con il nom de plume iRed.
Ecco il pezzo: “Chissà se è un caso che Grillo e Casaleggio si siano recati a Montalcino e in fattoria nei giorni in cui è venuta alla luce la liasion che ha cominciato a legare Andrè Santos Esteves e BTG Pactual con la Fondazione MPS nel nuovo patto di sindacato nell’azionariato Monte dei Paschi Spa. Si saranno incontrati? L’uomo d’affari brasiliano, sobrio a dispetto dell’acquisto della tenuta Argiano (Brunello di Montalcino) nel maggio 2013 per una cifra intorno ai 40/50 milioni di euro da Noemi Marone Cinzano, a Siena è oramai di casa. Anche in Italia, dove ha già preso una multa per insider trading nei rapporti d’affari con Cremonini nel 2012 (“Imparare dagli errori”, ha detto a proposito). Le basi per fare conoscenze e guardarsi in giro si sono fatte per tempo quindi l’operazione orchestrata da Antonella Mansi non è così improvvisa come potrebbe sembrare e si deve concedere l’onore delle armi alla presidente per averla saputa portare con successo fino in fondo. Perché se fosse stata supinamente accondiscendente a Profumo come Mancini era stato con Mussari, oggi in Banchi di Sotto invece della targa “Fondazione MPS” si leggerebbe la scritta “Vendesi a saldo”.
Adesso si vedrà di chi sono le amicizie e quale la convergenza su quali programmi. Profumo ad aprile dovrà presentare all’assemblea dei soci il bilancio 2013 per l’approvazione, portando tante perdite per meglio prepararsi agli stress test, la spada di Damocle sulla testa dei banchieri europei. Ma dovrà presentare tanta pulizia nei conti a una platea che potrebbe non essere così protettiva come è stata fino ad oggi, e nemmeno quella che aveva immaginato nello scorso dicembre. Al contrario potrebbe essere proprio quella, invece costretta dalle mosse della Fondazione a pagare di più del piatto di lenticchie preparato dal manager genovese per la signora Mansi con la valigia in mano per tornare da papà a Grosseto, dopo aver incassato la coltellata finale il 28 dicembre. Il 29 aprile vedremo se si sprecheranno sorrisi di circostanza o monterà una tensione tra visioni di proprietà differenti dentro la banca. Una cosa è sicura: la presa formale della città su Rocca Salimbeni non esisterà più nel modo in cui l’abbiamo vissuta negli ultimi diciotto anni; per la presa sostanziale del partito che ha espresso in passato “banchieri” come De Bustis e Mussari e sindaci come Cenni e Ceccuzzi, rinviamo il giudizio alle azioni che seguiranno, a partire dal futuro a Siena di Alessandro Profumo che da oggi non è più l’espressione della maggioranza dei soci MPS. Gli Aleotti sono inspiegabilmente fuggiti collezionando 70 milioni di perdite quando bastava attendere pochissime settimane per vedere il titolo risalire (+53,40% nell’ultimo mese) e Axa vale solo il 2%. La Fondazione che prevede di rimanere con appena il 2,5% del capitale non ha più potere decisionale esclusivo sulla nomina del gran capo.
Un tandem latino-americano assieme alla Fondazione in un patto di sindacato per guidare MPS verso il futuro: con Esteves non dimentichiamo l’arrivo dei messicani di Fintech Advisory (dell’uomo d’affari David Martínez Guzmán), che hanno acquistato dalla Fondazione il 4,5% delle azioni del Monte. La capacità dei gattopardi politici nostrani di cambiare tutto in facciata è arcinota. I signori Esteves e Gutierrez sono impegnati in complesse partite d’acquisto che riguardano gli asset di Telecom Italia, partite in cui la politica gioca da sempre il ruolo di centravanti di sfondamento. E’ possibile che l’intervento sulla banca senese sia solo un pezzo di un puzzle più grande e coinvolga anche il rimescolamento delle carte all’interno del PD, che ha portato all’attuale declino di D’Alema, all’arrocco di Bassanini nella CDP, allo spocchioso e pubblicizzato “disinteresse” di Matteo Renzi. Certo è che l’appeal della banca più antica del mondo ha maggior valore per i nuovi ricchi latino-americani che per disincantate multinazionali svizzere e gretti businessmen anglosassoni. Può darsi che Siena ridiventi uno centro bancario importante in un contesto globalizzato, ma guidato da chi ancora non si sa. Nessuno ha ancora speso una parola – e mancano appena ventisette giorni all’assemblea di MPS – per parlare del futuro di Alessandro Profumo alla guida di Rocca Salimbeni…”.
Come sempre iRed ha il gusto per la dietrologia.
Quel che colpisce è il titolo del pezzo: “Mps: Nuovi assetti azionari. Chi difende Profumo?”
Ma come? Proprio il sito senese, che ha portato avanti per mesi e mesi una sorta di crociata giornalistica contro il Presidente, adesso sembra preoccuparsi per il suo futuro alla guida di Mps?
A meno che, ed io propendo per questa ipotesi, la speranza finale sia invece proprio quella di un cambio della guardia alla Presidenza della Banca.
Siamo pur sempre il Paese di Machiavelli!