Dall’articolo del precedente numero, si evince che, una persona celiaca può seguire senza ostacoli la dieta senza glutine che le viene prescritta. Fuori dalle mura domestiche però vi sono poche certezze.
Non sempre è possibile consumare i pasti nelle proprie abitazioni, o ad organizzarsi nel portarsi un pasto “al sacco”. Il disagio può generare perplessità nell’affrontare una vita sociale completa comprendente uscite a pranzo o cena con amici.
Una soluzione potrebbero essere i ristoranti, presenti sul prontuario AIC, che hanno predisposto cucine sterili al glutine, dove i cibi preparati sono assolutamente sicuri. Questi luoghi però sono frequentati soprattutto da persone adulte, che eventualmente ci si recano con i figli.
Il problema però non si limita a questo. Bambini e adolescenti, non sono di norma autonomi frequentatori di ristoranti e trattorie.
Il ritmo di vita odierno, ad esempio, spinge molti genitori ad organizzare feste di compleanno nei fast food (in uno nello specifico), dove i bimbi possono giocare con gli scivoli che finiscono la loro corsa in una vasca di palline colorate e, dopo aver giocato, consumare un pasto sostanzioso che da loro in regalo un giochino.
Il pasto sostanzioso è formato da: un panino all’americana (hamburger), patatine fritte, una bibita e un dolce (barrette confezionate di cioccolato e cereali). Un bambino celiaco può consumare poco di quanto servito, e per precauzione, essendo probabilmente tutto contaminato sarebbe meglio si vedesse bene dal consumare qualsiasi cosa. Il problema sorge ora: cercare di far capire, ad un bambino di 6/8 anni, il motivo per cui non può fare quello che fanno gli altri coetanei senza che si senta discriminato e soffrirne moralmente, non è impresa semplice.
Lo stesso problema si pone con gli adolescenti. Oggi ragazzi di 15 anni escono il sabato sera con gli amici, ma qualunque luogo ospiti la loro presenza, sarà discriminante. Siamo nell’ età dell’ adolescenza, e l’autostima non è sempre formata; spesso, un ragazzo, non gradisce palesare una propria patologia con i limiti da essa provocati, rischiando piuttosto di non prendere le giuste scrupolose precauzioni prima di ordinare; ad esempio, ordinando delle patatine fritte, che saranno preparate nello stesso olio in cui avevano trovato collocazione diverse impanature rilascianti glutine nella padella.
Seguire una dieta senza glutine può creare problemi psicologici, e nelle forme più gravi vere e proprie forme di isolamento o depressione.
ISOLAMENTO O DEPRESSIONE? – di Alessio Lanzoni
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